
Dagli Appennini a Misano e ritorno con Audi RS
Due giorni tra Appennini e pista per provare le ultime nate di Audi Sport: una libidine per noi appassionati. Le compagne di viaggio sono state Audi RS3, Audi TT RS e Audi RS5 che mi hanno accompagnato da Firenze a Misano, passando per il Passo Muraglione per poi rientrare a Firenze sui mitici passi della Raticosa e della Futa. Tante curve, ciascuna contraddistinta da emozioni e suoni che ora vi racconto.
Passo Muraglione
Da Firenze a Forlì, passando per il passo Muraglione con Audi RS3 sedan è un’esperienza che poche auto ti permettono di fare. Era la prima volta che percorrevo questa strada, dove l’asfalto è bello anche se in certi punti ci sono alcune gobbe che lo rendono un po’ pericoloso. I motociclisti sicuramente conosceranno questa strada che passa sull’Appennino tosco-emiliano separando la valle di San Godenzo e il Mugello dalla Vallata del fiume Montone.
A me è piaciuto poter lanciare i 400 cv della RS3, fermare la potenza con l’impianto frenante High Performance per poi riprenderla in uscita e proiettarla verso la curva successiva. In questo periodo dell’anno è particolarmente consigliato percorrere questa strada perché i colori delle foglie degli alberi creano un bellissimo contesto nel quale danzare con una due o quattro ruote.
Dal passo siamo poi scesi verso Fiumana (FC), dove abbiamo messo a riposare le nostre signore degli anelli per la giornata seguente.
A Misano e ritorno
Il programma del secondo giorno si presentava molto impegnativo: raggiugnere Misano, per poi tornare a Firenze passando per gli iconici passi della Raticosa e della Futa. Un totale di più di 200 km con una missione: non perdere il treno per il rientro, o magari sì! 🙂
Partenza presto al mattino che ci ha permesso di vedere lo spettacolo dell’alba incorniciato dai tre bolidi a quattro anelli.
Raggiunto l’autodromo di Misano, dedicato a Marco Simoncelli, è giunto il momento di mettere alla prova le RS ma sempre sapendo che sarebbero state le compagne di viaggio che ci avrebbero riaccompagnato di Firenze. Questo ha richiesto grande rispetto del mezzo (più del solito), non mettendo troppo sotto stress freni e pneumatici. Per me non era la prima volta che giravo in questo circuito (avevo già girato in questa occasione) ed ero molto contenta di tornare tra i rettilinei e le curve romagnole che tanto mi erano piaciuti. Tre giri con ogni auto e una domande ricorrente:”Quale ti è piaciuta di più?” La stessa che ho fatto a ciascun istruttore che è montato in macchina con me.
Sarò molto breve e coincisa, risultato: due a uno. Due punti per Audi TT RS e uno per Audi RS5. Mi ha stupito quest’ultimo, però mi è stata motivata dal passo lungo dell’auto e dalla conseguente maggior flessibilità del telaio. Avendole provate tutte e tre, una dopo l’altra, la mia scelta ricade sulla piccola TT RS. Ho trovato la posizione di guida ottimale e sono entrata subito in feeling con lei, sterzo molto diretto, acceleratore sensibile (anche se era quasi sempre a paletta), freni performanti e un assetto e una trazione integrale che sembrava di stare su due binari dalla tenuta. L’unica pecca è il cambio, che è un po’ lento sia in scalata che in salita.
Dopo questo sfogo in pista, è il momento di proseguire la nostra giornata: due passi ci aspettano!
Passo Raticosa e Futa, il rientro in Toscana
I passi di Raticosa e Futa sono famosi per il passaggio della Mille Miglia, la corsa che Enzo Ferrari definì “un museo viaggiante”. Per affrontare queste strade ho scelto Audi RS3.
La salita alla Raticosa è davvero bella e divertente, si alternano punti aperti con zone più di sottobosco che, al momento, non sono ancora umidi. E, quando si aprono gli alberi, i paesaggi sono collinari e molto colorati, con foglie gialle, rosse e verdi: un quadro naturale. Avevo già percorso questa strada, ma in senso contrario e ammetto che questo è “il senso giusto”. Un strada veloce, senza tornati stretti ma con numerose curve lunghe che girano e portano ad allunghi di 300/400 metri fino a raggiungere i 968 metri del passo.
La discesa verso la Futa ha sempre lo stesso carattere anche se ci sono più centri abitati in cui transitare e, conseguentemente, dove rallentare per la sicurezza di tutti. Ciò che mi ha fatto sorridere è che, nonostante siano dei passi, si trovano sia turisti con moto e macchine che autobus con persone locali.
L’arrivo è Firenze è stato triste, perché il momento di salutare la RS3 si avvicinava sempre più. Ho iniziato dicendo che sarebbe stata una giornata intensa, ma ammetto che sarei andata avanti a macinare chilometri perché con queste auto il divertimento e il feeling che si crea non stufa, anzi…crea dipendenza!!!!