Logistica da mille e… un GP: segreti e curiosità dal reparto della F1 meno conosciuto!
24.04.2019 - in

Logistica da mille e… un GP: segreti e curiosità dal reparto della F1 meno conosciuto!

Dalla Cina, dove si è corso il 1000° Gran Premio della storia della F1, a Baku in Azerbaijan, prossimo round della stagione 2019: alla scoperta della carovana più famosa e dei suoi segreti.

Mancano ormai pochissimi giorni al via del quarto round della stagione 2019 di Formula 1, in quel di Baku in Azerbaijan, ultima gara prima del rientro in Europa per il GP di Spagna a Barcellona. I piloti si sono concessi una tregua per le vacanze Pasquali, ma forse non tutti sanno che in realtà la carovana della Formula 1 non si è mai fermata.

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Ogni team viaggia durante l’anno per circa 160.000 chilometri, considerando i weekend di gara ed i test pre e durante la stagione. Una logistica non proprio semplice, se pensiamo che ogni dettaglio deve essere perfetto già dal giovedì nel paddock e che tutto e tutti devono arrivare in circuito senza alcun ritardo. Una corsa contro il tempo, soprattutto in caso delle cosiddette gare “back-to-back”, quelle che si svolgono senza pausa, un weekend dopo l’altro, quando facilities, vetture e staff devono partire alla volta della nuova destinazione, già a fine gara. Fortunatamente non è questo il caso di Baku, vista la settimana di pausa tra il millesimo GP della storia della Formula 1 in Cina, e quello dell’Azerbaijan, il milleunesimo. Ma anche qui le cose non sono proprio così semplici…

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La rotta F1 da Shanghai a Baku

A Baku (Azerbaijan) il materiale è arrivato “con calma”, direttamente per via aerea. Il martedì dopo la conclusione della gara di Shanghai, i circa 11 cargo di ciascun team, sono partiti alla volta di Baku, a bordo di voli charter organizzati dalla Federazione e sono giunti a destinazione già il sabato di Pasqua, fatta eccezione per alcuni pezzi per cui si necessitava di manutenzione, quali per esempio sospensioni, cambio, parti di carrozzeria, oltre che eventuali pezzi, che hanno dovuto prima rientrare alle rispettive basi, per poi essere rispediti ieri mattina, sempre per via aerea.

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Una passeggiata?! Non proprio così a dire il vero: immaginate quanto accurata debba essere la preparazione del materiale da far pervenire ad ogni gara, la precisione degli imballaggi, nonché l’iter da seguire per far sì che tutto si svolga senza alcun intoppo, in maniera perfetta e nei tempi stabiliti. Basti pensare ai “più complessi” weekend di gara della Cina e della Russia – come ci hanno confermato i responsabili logistici di diversi team nel paddock – : proprio a causa dei rigidissimi regolamenti doganali, tutta la documentazione deve essere incredibilmente precisa e tradotta anche nella lingua del paese di destinazione, oltre che in inglese. Per la Cina addirittura richiedono di indicare la tipologia di legno utilizzato per il trasporto merci…

Un team “speciale” dietro ogni squadra

Un lieve ritardo o un minimo errore, potrebbero costare il weekend del team in questione ed è per questo che ogni squadra si avvale di un’importante schiera di figure professionali addette alla logistica, molto attente nel gestire ogni piccolo dettaglio; si tratta approssimativamente di circa 12 persone, per quel che riguarda i team più grandi. Le decisioni più importanti inerenti alle parti da ispezionare e da aggiornare e che quindi devono tornare in sede prima del round successivo, nonché relative ai trasporti, vengono prese da quello che è il settore di produzione di nuovi pezzi unitamente alla squadra corse. Un’altra figura aggiuntiva, si occupa poi di tutta la modulistica e della parte burocratica per la squadra, così come della gestione del budget a disposizione.

GP europei VS resto del mondo

Esistono alcune differenze tra quelli che sono i weekend che si disputano al di fuori dei paesi europei e quelli del vecchio continente. In primis proprio per quello che riguarda il trasporto del materiale. Oltre agli 11 cargo che viaggiano per via aerea, per i vari appuntamenti della stagione, Baku inclusa, ogni squadra che partecipa al mondiale ha a disposizione anche diversi “kit via mare”, per un totale mediamente di 10 a stagione per team.

Si tratta di veri e propri container che viaggiano “comodamente” su nave e che di solito contengono il materiale più ingombrante e pesante (come per esempio tutta l’attrezzatura del garage). Si ricorre a tali kit (normalmente due per gara a team), per ridurre quelli che sono i costi davvero astronomici (eh già, troppo elevati anche per il super Circus della Formula 1!) della spedizione aerea con voli cargo. Questi container partono dalla sede di ogni squadra circa 90 giorni/2 mesi prima dell’evento e gara per gara il team deve pianificare tutte queste movimentazioni, nonché assicurarsi che tali navi salpino come previsto.

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Chiaramente in Europa non si viaggia tramite cargo, ma il materiale viene trasportato via terra a bordo dei mediamente cinque autotreni di ciascuna scuderia: le spedizioni aeree in generale sono le più complicate e costose, poiché ogni singolo pezzo deve essere dichiarato e spedito con le massime precauzioni, motivo per il quale è necessario un rigido sistema di controllo di sicurezza presso le sedi dei team, nonché una formazione ad hoc di chi si occupa degli imballaggi.

Il paddock: cuore pulsante di ogni GP

Anche per quel che riguarda le facilities a disposizione, lo scenario del paddock cambia in base alla location: per le gare extra-europee ogni circuito mette a disposizione uffici ed aree hospitality che vengono affidate ai team ed allestite e gestite poi singolarmente dal catering interno, per accogliere i propri ospiti e l’intera squadra durante il weekend; in Europa invece, largo ai grandi motorhome delle squadre, a quelli che possiamo definire come dei veri propri regni incantati.

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Non poche difficoltà emergono ovviamanete fuori l’Europa, (soprattutto in alcuni Paesi, come è proprio il caso di Baku): si tratta di organizzare i pasti per centinaia di persone, dovendo recuperare Kg di prodotti alimentari, che vengono comunque ordinati due o tre mesi prima. Dunque, si devono fare i conti, non solo con differenze etniche ed organizzative, ma anche con problematiche legate al reperimento di determinati cibi, nonché con la tipologia di storaggio per così elevate quantità di prodotto. In più a volte può accadere che il voltaggio elettrico non sia lo stesso, il gas a disposizione “sporco” e che quindi non tutti i fornelli riescano a funzionare come dovrebbero. Problemi per cui i membri del catering  sono itra i primi ad arrivare in circuito assieme a chi monta i garage, gli elettricisti ed il reparto IT. Figure queste, da non sottovalutare, senza delle quali il Circus della Formula 1 non potrebbe assolutamente procedere e per garantire un servizio di livello ai propri ospiti.

Durante i Gran Premi Europei, invece, si tira un sospiro di sollievo. Ogni team ha a disposizione il proprio (uno o più) motorhome all’interno del paddock, con annessa cucina e sala per accogliere piloti, media ed ospiti, sia a pranzo che eventualmente a cena. Si tratta di strutture magnificenti dotate di ogni tipo di comfort al loro interno, che richiedono parecchie ore (ed una squadra ad hoc) per il montaggio e per le quali sembra che i team si “sfidino” stagione dopo stagione, su quale sia il più maestoso e visivamente più bello, agli occhi del pubblico e degli addetti ai lavori.

C’è addirittura chi per meritarsi un 10 e lode, in occasione del Gran Premio VIP dell’anno (Montecarlo), allestisce una vera e propria “isola galleggiante”, ormeggiata direttamente nel porto del Principato, con annessa piscina. Un vero peccato che i fan, i cosiddetti “comuni mortali”, non abbiano modo di vedere e testare questo paradiso dal vivo…