Alla scoperta delle Gole del Verdon
11.05.2018 - in

Alla scoperta delle Gole del Verdon

Quattro giorni di vacanza, una macchina giapponese con targa tedesca, due amiche che si conoscono da anni ma che non si vedono da un po’ con i rispettivi figli adolescenti, amici anche loro da quando erano appena nati. Serve una meta che vada bene per tutti e ho pensato alle Gole del Verdon…con qualche deviazione.

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Day 1

Siamo già in Liguria e ci mettiamo in viaggio la mattina presto. Macchina carica come se dovessimo star via un mese, ma nell’Infiniti Q30 ci sta tutto senza problemi.

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Abbiamo il 4 cilindri turbodiesel 2.2 con cambio automatico a 7 marce, un crossover dal design molto scolpito, lungo 4,42 m. e con una linea di cintura alta che conferisce un aspetto da coupè. La visibilità è leggermente limitata ed è molto utile la telecamera posteriore, di serie nell’allestimento Premium che ho in prova. Robusta e solida, con il lunotto posteriore molto inclinato e i doppi scarichi posteriori che colpiscono l’attenzione dei ragazzi. E poi ci piace essere su un’auto che è un po’ di “nicchia”. Infiniti è il marchio di lusso di Nissan e, alla base di questo modello, che è stato il primo compatto della Casa, c’era la Mercedes Classe A, con la quale condivideva telaio e meccanica. Entrando infatti ci sono alcuni dettagli che ricordano la casa di Stoccarda, come la regolazione dei sedili che si trova sulla portiera o alcuni dettagli del tunnel centrale, il display LCD da 7” invece è touch e “proprietario”, come le mappe.

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Ovunque si respira profumo di qualità e materiali di ottimo livello. Morbida pelle dappertutto, anche sul cruscotto, e i ragazzi si mettono subito comodi e la “arredano” con i cavetti per caricare i loro device, ovviamente già scarichi di prima mattina. Meno male ci lasciano le due prese USB, anche se io collego il mio telefono tramite il Bluetooth, così abbiamo anche la colonna sonora con tutta la mia musica: l’impianto audio è il BOSE Premium (un optional da 655 euro) ed entriamo subito nell’atmosfera vacanziera, anche se i ragazzi non apprezzano la mia playlist di Cremonini! In quattro siamo comodi e dietro hanno anche un bracciolo con portabicchieri che è praticamente un tavolino e sembrano in un salotto viaggiante. Apriamo la tendina parasole del tetto in vetro (optional da circa 500 euro) e l’ambiente diventa ancora più accogliente e luminoso. Ormai siamo proprio pronti e possiamo partire. Il primo tratto di autostrada fila via liscio, in modalità Normal e con sempre inserito il cruise control adattivo, che frena in modo dolce ed è molto meglio del mio “piedino” pesante. Lasciamo l’autostrada poco dopo Nizza e ci dirigiamo verso Saint Paul de Vence, un piccolo e romantico villaggio medioevale, arroccato sulla montagna per sfuggire agli attacchi saraceni. Bisogna lasciare la macchina perché è interamente pedonale ma vale la pena girare fra le sue stradine, scalinate, fontane, piazzette, gallerie d’arte e botteghe artigiane.

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Noi abbiamo mangiato un boccone veloce in una piazzetta incantevole e poi ci siamo rimessi in auto. Direzione Castellane passando da Grasse, la capitale del profumo dove potrete visitare fabbriche-museo dedicate alle profumerie. Qui Coco Chanel ideò il profumo forse più famoso del mondo: Chanel n. 5. I ragazzi però non sono interessati all’articolo e ci fanno tirare dritto! Da Saint Paul de Vence a Castellane ci sono circa 80 km di strada che è parte della famosa Route Napoléon: la strada percorsa da Napoleone nel 1815, al suo ritorno dall’Isola d’Elba. Tra curve dolci e colli ecco che arriviamo nel primo pomeriggio a Castellane, che si trova proprio sulle rive del fiume Verdon. Pittoresca cittadina medioevale, è dominata da una rupe sulla quale sorge la cappella di Notre-Dame du Roc e, al n. 34 di rue Nationale si trova la casa in cui il 3 marzo 1815 Napoleone si fermò per il pranzo! Se vi piace camminare non perdetevi il sentiero che inizia dietro la chiesa del Paese che, in una mezzoretta circa, porta in cima alla rupe.

Castellane

Castellane

Io ovviamente ho scelto la macchina e siamo andati a vedere il Lac de Castillon che, col suo bellissimo colore smeraldo sembra un perfetto lago di montagna. Invece si tratta di un lago artificiale, completato nel 1948, dopo 20 anni di lavori per creare l’imponente diga di Castillon, dove è disegnata la più grande meridiana del mondo! Per cena scegliamo il Restaurant des Alpes e ci immergiamo nella cucina francese, partendo da uno squisito foie gras. Se andate ve lo consiglio. La notte dormiamo all’Hotel du Commerce che ha le camere con una splendida vista sulla rupe.

Day 2

La mattina successiva sveglia presto perché eravamo preoccupati per il traffico: si tratta di giorni di festa e abbiamo brutte esperienze con le code. Decidiamo di partire alla scoperta della “Rive Gauche” delle Gole e andiamo verso il Pont de Soleils.

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La strada si fa interessante, si passa in mezzo a tunnel naturali scavati nelle rocce dove il sistema dei fari adattivi dell’Infiniti è perfetto. Arrivati al ponte c’è un bivio e siamo praticamente solo noi, zero traffico…a parte tre giapponesi che fanno foto! Arriviamo quindi a Trigance, un paesino di 160 persone dominato dal

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Castello, che è anche un hotel molto romantico. La strada è sempre più bella da guidare e l’Infiniti è piacevole e con un’ottima tenuta di strada, grazie anche alla trazione integrale AWD, ma non possiamo proprio non fermarci al “Balcons de la Mescla”. Un punto meraviglioso dove vi consiglio di affacciarvi lentamente perché la vista è davvero mozzafiato.

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Naturalmente non siamo gli unici in giro e facciamo incontri interessanti, con un gruppo di appassionati di auto d’epoca che ritroveremo anche più avanti. Ci rimettiamo in auto e dietro ogni curva si nasconde una sorpresa, fino ad arrivare al Pont de l’Artuby, un posto letteralmente da brivido. Un ponte di 182 metri, il più alto d’Europa dal quale si pratica il bungee jumping. Non fa per me, io son stata male solo a guardare e c’era la

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coda di persone che avevano prenotato per farlo, disposti pure a pagare per un salto adrenalinico! Quando mi sono ripresa ci siamo rimessi in movimento su una strada spettacolare, incantevole da guidare e da guardare! La Q30 ha uno sterzo pronto che la rende agile nelle curve strette e, con i suoi 170 cv e 350 Nm di coppia tra i 1.400 e i 3.400 giri, nei rari tratti di rettilineo, mi sono tolta anche qualche soddisfazione in modalità Sport, dove le cambiate risultano più veloci e il motore diventa più reattivo. Se poi scegliete la modalità M cambiate manualmente con i paddle al volante, mentre in modalità sequenziale, il cambio non è dei più veloci. Dopo il tunnel du Fayet siamo proprio nel pieno delle Gorges du Verdon e la strada prosegue sempre più sinuosamente. Bello trovare il ritmo che porta a pennellare le curve sentendosi un tutt’uno con la strada, la macchina e il panorama. Facciamo pausa pranzo ad Aiguines, un piccolo paesino dal quale si gode una splendida vista dall’alto sul lago dove andremo domani. Per la notte abbiamo scelto di fermarci a Moustier Sainte Marie, dove arriviamo sotto una pioggia torrenziale. Antico borgo incastonato in uno splendido paesaggio rupestre, è uno dei più caratteristici villaggi francesi, famoso per la produzione della ceramica, la Faïence, ma anche per la particolare posizione geografica, che lo vede all’incrocio fra le gole del Verdon e la Strada della lavanda. Il paesino è incantevole e, in una ventina di minuti a piedi, lungo un percorso di 262 scalini, arriviamo fino a Notre-Dame de Beauvoir, una Cappella del IX secolo arroccata sulla rupe dalla quale si domina tutta la vallata. Nella gola sottostante la Chiesa è tesa una catena di ferro lunga 227 metri al centro della quale è stata appesa una stella dorata a cinque punte che pesa 400 kg! La sera abbiamo cenato al ristorante La Treille Muscate, segnalato dalla guida Michelin, che ha un ottimo menu a 28 euro che non vi deluderà!

Day 3 e 4

Altro giorno, altra avventura, oggi ci buttiamo direttamente sul Lago di Sainte Croix. Sono tante le cose che potrete fare qui, dalla canoa all’affitto del pedalò o di una barchetta elettrica. Noi prendiamo il pedalò e ci addentriamo nel primo tratto delle gole che ci regala un paesaggio con dei colori che sembrano finti, tanto sono intensi in tutte le loro sfumature. Se invece canoa e pedalò sono troppo tranquilli vi consiglio di fare rafting, con l’accortezza che, poiché il flusso di acqua nelle gole è regolato da EDF, dovete prenotare per tempo quest’attività che non viene fatta tutti i giorni. A questo punto siamo sulla Rive droite del Verdon e proseguiamo verso un anello, la route des Crêtes, una strada che si prende da

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La Palud, l’ennesimo percorso spettacolare incastonato da rocce levigate dall’erosione le cui pareti sono una palestra per gli appassionati di free-climbing. Lungo una strada che non voglio descrivervi perché è così bella che vorrei che ognuno di voi la potesse fare, si arriva al punto più alto, il Col le Baume, a 1.314 m.s.l. e poi si ritorna a La Palud. Le curve sono strette e cieche e i freni potenti dell’Infinit sono un valido aiuto. Notate che ho sempre suonato perché non volevo trovarmi con il classico camper che sale in senso opposto e mi blocca, peccato che a metà percorso ho realizzato che la strada è a senso unico, fino a metà, dove diventa poi effettivamente più larga! 😊 La riva sinistra del Verdon finisce a Castellane, da dove tutto è iniziato e da dove ripassiamo per andare stavolta verso nord. Nuovamente sulla Route Napoléon verso Sisteron, dove ci fermiamo per una rapida merenda e per

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ammirare il famoso ponte e la fortezza. Dormiamo a Gap, giusto per respirare un po’ l’aria del rally di Montecarlo che vede qui lo svolgimento di alcune prove speciali e che è la città natale di Sébastien Ogier. Il giorno successivo è quello del rientro in Italia passando da Briancon, dove dovete fermarvi: le sue fortificazioni, opere dell’architetto Vauban, fanno parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2008.

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Per passare la frontiera potrete scegliere tra il Col de l’Izoard, 2.361 m.s.l.m., che è una tappa della Route des Grandes Alpes che avevo già fatto e quindi ho scelto di fare il Monginevro, più basso (1.854 m.s.l.m.) e dolce. Anche il viaggio di rientro è stato molto confortevole. La macchina non solo è molto silenziosa ma mi ha sorpreso anche per i consumi: nel viaggio di ritorno abbiamo fatto 19 km/l che è un risultato eccellente in un percorso misto tra autostrada, passo alpino e strade cittadine. Rientriamo a Milano dopo aver percorso quasi mille chilometri, lungo strade che ci porteremo nel cuore e siamo già pronti per progettare il prossimo viaggio! Stay tuned!