
Se la libertà passa dall’automobile?
Non si può certo dire che la società occidentale sia sempre garanzia di democrazia e diritti: è, indubbiamente, una società piena di contraddizioni e discriminazioni, molto spesso ingiusta, con tanti aspetti da correggere e altri sicuramente da migliorare. Ma, ad oggi, se ci si affaccia fuori dalla finestra di casa nostra, ci si rende conto di essere dei privilegiati: erroneamente, infatti, si danno per scontati diritti che “fuori”, un po’ più in là rispetto ai confini occidentali, sono spesso irraggiungibili. Uno di questi è la libertà di movimento.
Nessuno, donne e uomini indistintamente, ha mai messo in discussione la possibilità, ad esempio, di ottenere la patente di guida (eccetto impedimenti di altra natura). Nessuno ha mai pensato che una legge, una società, potessero negare il diritto di muoversi liberamente, anche guidando un’auto. Neanche noi donne, che di diritti da sudare ne abbiamo avuti (e, in parte, ne abbiamo ancora): ma, insomma, questo blog si chiama “Donne in auto”; perciò, sfottò a parte (“donne e motori, gioie e dolori” fra i tanti), è una dimostrazione del fatto che abbiamo avuto e abbiamo tutt’oggi la possibilità di metterci al volante per andare al lavoro. Oppure di armarci di casco e tuta e sfrecciare su piste da rally (meno chi scrive).
Tutto questo, però, non era certezza in Arabia Saudita, l’unico paese al mondo che negava alle donne il diritto di guidare un’auto e, fino a pochi anni fa, anche di mettersi in sella a una bicicletta. Fortunatamente, ne possiamo (quasi) parlare al passato: a giugno, infatti, le donne arabe potranno intraprendere l’iter necessario per ottenere, finalmente, la patente di guida. È una rivoluzione che vede pronte già 30 mila di queste, giovani e meno giovani, frementi di sostenere l’esame.
La notizia era stata anticipata a settembre, quando il Re Mohammed Bin Salman aveva emanato il decreto che sanciva l’agognato aggiornamento legislativo. C’è voluto del tempo, dei mesi, per adeguare il tutto a livello burocratico e amministrativo: già, perché una rivoluzione di tale portata passa anche per questi aspetti più tecnici. Tuttavia, il momento sembra finalmente arrivato.
Le donne, fino a oggi, erano state costrette a muoversi accompagnate da un autista o da un uomo della famiglia, ma mai da sole. E mai avevano avuto accesso alla scuola guida per prendersi la loro patente. Tanto che, nell’ottobre del 2013, era nato un movimento sociale e “social” di sensibilizzazione sul tema: alcune donne avevano cominciato a mettersi di fatto alla guida, incorrendo in sanzioni da parte della polizia religiosa, e a postare foto e video di loro al volante, sostenute, in questa battaglia, anche da alcuni uomini. L’hashtag che su Twitter accompagnava le testimonianze era #IWillDriveMyself, a ribadire che anche le donne saudite, così come i loro compagni, fratelli e padri, sono perfettamente in grado di “guidarsi da sole”. Insomma, la bella notizia è che, tra poco, saremo davvero tutte donne in auto.