W Series: dietro le quinte del campionato 100% donna
Viaggio alla scoperta del campionato W Series in occasione del 3° Round della stagione a Misano.
In occasione del terzo round dell’innovativo campionato W Series disputatosi lo scorso weekend presso il Misano World Circuiti Marco Simoncelli, non potevamo lasciarci sfuggire la possibilità di entrare in contatto più da vicino con questa nuova visione del motorsport tutta al femminile.
Tutto ciò è stato reso possibile anche grazie all’invito del presidente della serie Sean Wadsworth, che ci ha accompagnate personalmente in uno speciale tour “dietro le quinte” del WHQ, il quartier generale mobile sui terreni di gara del campionato, che si svolge in concomitanza con gare di DTM
Il W series Headquarter
La nostra visita sul campo ha inizio il venerdì, giornata di prove libere.
Notiamo fin da subito un’atmosfera unica nell’hospitality WHQ e soprattutto un grande feeling tra le ragazze. Per chi viene dalle corse è qualcosa di abbastanza insolito vederle spesso tutte insieme, a pranzo ed a cena, a confrontarsi e parlare delle vetture ed a scambiare qualche battuta, nonostante siano a tutti gli effetti rivali tra loro. È davvero positivo per lo sport e ci piace questo nuovo approccio.
Sean, che tra l’altro è un amico di vecchia data ed ex compagno di scuola dell’ex pilota F1 David Coulthard (anch’egli figura di spicco dietro la nascita del campionato W Series e del quale è anche Presidente del Comitato Consultivo), fa gli onori di casa e ci presenta a tutto lo staff impegnato in pista, nel loro ufficio al primo piano dell’hospitality, tra cui Matt Bishop, direttore della comunicazione, con un passato da giornalista ed editore, nonché parecchie stagioni trascorse in Mclaren F1, Annie Bradshaw, PR e nel motorsport dal 1971 e Catherine Bond Muir, CEO della W Series, con la quale abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere nel corso del weekend e di cui vi racconteremo tra poco.
Ci sono poi anche loro, i ragazzi e le ragazze del catering che badano agli ospiti ed ai media in maniera eccezionale e che preparano squisiti piatti, sia per pranzo che per cena. Dopotutto anche la gola vuole la sua parte! Un servizio eccellente degno di un team di Formula 1, altroché! L’hospitality in sé, è un ambiente su due piani molto rilassante, originale e soprattutto curato nei dettagli, anche nei colori dell’arredamento, che vanno di pari passo con quelli delle auto in pista.
Nulla è lasciato al caso e tutti ci fanno sentire ospiti speciali, coccolate anche in quelle che potrebbero sembrare banali piccolezze ma che in realtà, a noi non passano inosservate, come la crema mani a disposizione nelle toilettes. All’ingresso ci sono addirittura dei dolcetti di cioccolato ricoperti di zucchero colorato (rigorosamente dei colori giallo, fucsia e viola), “brandizzati” con la W di W Series! Una sciccheria da 110 e lode!
Esiste anche un’area riservata alle sole drivers, non accessibile ad ospiti e media, la cosiddetta “Locker Room”, che visitiamo proprio accompagnate da una delle ragazze impegnate al volante di queste monoposto Tatuus F3 T-318, l’australiana Caitlin Wood. Mentre ci dà la possibilità di entrare nel loro “mondo segreto” dove ognuna di loro ha un proprio armadietto (numerato come il proprio numero in gara) ed il proprio spazio per cambiarsi e “rimettersi in sesto” dopo le sessioni in pista – nonché una stanza per massaggi e fisioterapia – ne approfittiamo per parlarle.
Caitlin è una ragazza molto incline alla comunicazione ed è la prima donna australiana a competere in una categoria su circuito in Europa; ci confessa che non avrebbe mai potuto correre in Formula 3, senza questa possibilità datale dalla W Series e che il suo sogno è quello di arrivare un giorno a gareggiare alla 24 Ore di Le Mans. Che dire?! Ha tutta la nostra stima ed il nostro supporto!
Weekend di gara “in rosa”: il format
Caitlin, così come tutte le sue “compagne di avventura”, tra le quali tra l’altro anche la nostra amatissima portacolori italiana Vicky Piria, arrivano in circuito il mercoledì sera e, soprattutto dal momento che molte di loro non hanno mai corso su questi tracciati, dedicano la giornata del giovedì alla conoscenza della pista, suddivise in gruppi da 5 ciascuno, dividendosi tra briefing room, ingegneri e pratica al simulatore: una sorta di macchina da guerra a vedersi e che come ci conferma Sean durante il nostro “tour guidato”, risulta essere quanto di più identico esista rispetto alla reale monoposto Tatuus utilizzata in gara.
Si continua con il venerdì, giornata di prove libere 1 e 2 ed il sabato si torna in pista per le qualifiche in mattinata e per il round finale, quello più importante, la gara, nel pomeriggio.
La domenica, nessuna attività in pista per questo campionato attualmente di “contorno” al DTM, ma possibilità per i fans di incontrare le ragazze, disponibili per una sessione di autografi; ai box invece fervono già i preparativi, con gli ingegneri che mettono a punto le auto per il successivo appuntamento del campionato, dal momento che le vetture non rientrano in sede e viaggiano per l’Europa sui camion, gara dopo gara.
Per le donne il futuro delle corse parte da qui
Giudicata positivamente o meno, questa W Series ha portato in pista ben 19 talenti provenienti da tutto il globo, andando ad incrementare notevolmente il numero di presenze femminili nel motorsport. Un dato di fatto che di certo non fa male alle corse e che potrebbe davvero dare il via ad un futuro ben più roseo per queste donne al volante.
Come ci rivela Sean Wadsworth, tra circa 10 giorni si riunirà infatti la FIA per il “World Motor Sport Council” e si discuterà della possibilità di assegnare punti al campionato, validi per l’ottenimento della Super Licenza, che permetterebbe a chi ne è in possesso di arrivare in F1. Un passo avanti non da poco che potrebbe davvero significare un’enorme svolta per il futuro delle corse al femminile, un obiettivo che in W Series hanno in testa fin dagli esordi e che è confermato dal motto “#RETHINKRACING”, un modo quindi di rivedere e ripensare la visione delle corse e del motorsport.
Un’idea di Catherine Bond Muir, donna CEO del campionato
Chi l’ha detto che non tutte le ciambelle vengono con il buco? In questo caso dobbiamo mettere da parte qualsiasi modo di dire e fare i nostri complimenti alla CEO di casa W Series, Catherine Bond Muir, con la quale tutto ha avuto inizio.
Ebbene si, proprio lei, che ha iniziato la sua carriera professionale come avvocato, specializzato nel settore sport, prima di passare alla finanza aziendale e che un giorno, quasi per caso, prendendo un caffè con degli amici impegnati nel mondo dei motori, ha avuto l’idea di proporre un campionato di auto formula per sole donne.
“Sono sempre stata una fan di Formula 1, guardavo le gare in tv dal divano. Ho pensato che fosse una grandissima idea, visto che c’erano pochissime presenze femminili nel mondo delle corse; ho fatto diverse ricerche e facendo riferimento alle statistiche di quante donne negli ultimi 8 anni avevano corso in monoposto, mi sono resa conto che i numeri erano in continua discesa e che qualcosa quindi non andava nel sistema. Se ci fossero state almeno il 20-30% di donne impegnate ai più alti livelli del motorsport, allora la W Series non sarebbe servita, ma se c’è un problema nella struttura dello sport, allora questa struttura va necessariamente cambiata!”
Ma quali sono le idee di Catherine per il futuro? Dove vuole spingersi questa W Series?
“Stiamo pianificando di espanderci internazionalmente – afferma Catherine – vogliamo approdare anche in Nord America il prossimo anno ed effettuare non 6 bensì 8 gare durante la prossima stagione; chiaramente un altro nostro grande obiettivo è quello di incrementare il numero di iscritte al campionato, così come nel tempo, non appena le nostre donne pilota avranno raggiunto un certo livello di esperienza, optare per delle auto ancora più potenti e performanti.”
Un messaggio forte e chiaro a chi fino ad ora ha criticato questa mossa di creare un campionato dedicato, un avvertimento che di questa W Series sentiremo sicuramente molto parlare in futuro!
E lo spettacolo in gara? Non da poco anche se purtroppo in un circuito come Misano, i sorpassi sono molto difficili e ci sarebbe piaciuto vederne qualcuno in più magari, ma queste giovani ragazze hanno dimostrato di avere i nervi ben saldi e soprattutto la stoffa giusta per fare bene!
Giusto per la cronaca, la britannica Jamie Chadwick, ha centrato qui la seconda vittoria stagionale, dopo aver conquistato il primo gradino del podio anche nella gara inaugurale in Germania ad Hockenheim e si trova ora al comando della classifica iridata.
Hanno completato il podio di Misano l’olandese Beitske Visser, piazzatasi al secondo posto e la portacolori del Liechtenstein, Fabienne Wohlwend, che dopo essere partita dalla pole position, ha chiuso la gara in 3° posizione. Non male la nostra Vicky Piria che ha terminato al 5° posto.
Nel corso delle ultime tre gare della stagione ne vedremo sicuramente delle belle…in attesa di capire chi sarà la campionessa 2019 e dove la porterà questa esperienza. Noi intanto ringraziamo Sean, Catherine e tutto lo staff W Series per l’immensa disponibilità mostrata ed auguriamo tutto il meglio a queste ragazze con cui abbiamo trascorso due giornate indimenticabili a bordo pista.