#FORUMAutoMotive: quali investimenti possibili nel mondo delle auto
28.10.2020 - in

#FORUMAutoMotive: quali investimenti possibili nel mondo delle auto

Molti gli spunti emersi durante le tavole rotonde promosse da #FORUMAutoMotive in versione convengo online, a causa della situazione che stiamo vivendo. Temi principali la mobilità dolce, il settore degli autotrasporti al palo, le prospettive dei concessionari in questo periodo, le strategie da adottare, l’attuale e obsoleto parco circolante, non solo privato ma anche degli enti locali: pensate a i mezzi della raccolta della spazzatura quanto sono vecchi e di conseguenza quanto inquinano! E gli incentivi? Sicuramente sono in grado di risollevare il mercato nel breve termine, ma a lungo andare, se esauriti, possono creare soltanto aspettative negli acquirenti, portando il mercato lontano dall’equilibrio che necessita. Di grande attualità anche il tema legato agli investimenti nel mondo dell’automotive, sia delle aziende automobilistiche che dei privati. Da un lato la tendenza green, dall’altro le Case premium che realizzano vetture speciali, le cosiddette one-off, che permettono ai brand di realizzare margini superiori e al cliente di fare un vero e proprio investimento per il futuro. Cosa che vale anche parlando di auto storiche.

L’incertezza del settore auto è oggi alla base del problema

Sappiamo bene che acquistare un’auto non è come andare al supermercato e scegliere un pacchetto di caramelle. A maggior ragione in questo periodo di forti dubbi anche legati a “cosa succederà del nostro lavoro da qui ai prossimi mesi, quali sono le prospettive del nostro futuro di ognuno di noi?”. Investire un capitale in un’automobile è il secondo acquisto più importante dopo la propria casa…e dite poco…sappiamo benissimo la fatica che si fa per garantirsi un tetto sotto il quale vivere con la nostra famiglia e l’auto non è da meno, anzi.

La situazione del segmento automotive oggi è complicata e si rispecchia anche in Borsa. Gli acquisti sono congelati dalla pandemia e nonostante un recupero nelle vendite dopo il disastro del primo trimestre, oggi siamo da capo. Lo scivolone è dietro l’angolo. E’ proprio qui che si apre un dibattito sull’utilità o meno degli incentivi, che prima o poi è ovvio finiranno. Che ne sarà di chi ne ha fatto richiesta e dovrebbe beneficiarne? Staremo a vedere, certo è che così facendo non si aiuta la mobilità del futuro. Considerando che il parco auto circolante in Italia odierno è il più vecchio di tutta Europa, vi è una netta urgenza di rinnovarlo, con l’acquisto da parte dei cittadini di nuove auto, magari anche e zero emissioni.

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Auto elettriche, moda o necessità?

Come sottolinea Alessio Gerbella, Responsabile Gestione Patrimoniali Family Office di Banca Generali, c’è da tenere in considerazione anche il punto di vista degli investitori, degli acquirenti. In una fase di incertezza come quella attuale, i clienti oggi cercando qualcosa di sostenibile, ecco perché puntano alle auto elettriche o ibride e perché fanno affidamento agli incentivi. La vendita di auto elettriche e ibride è aumentata del 56% nei primi 6 mesi del 2020. Sarà che si pensa all’ambiente, sarà perché con questa pandemia forse la domanda auto ha e potrà un po’ beneficiare del cambiamento indotto dal Covid. Basta chiedersi con quale mezzo ci sentiamo più sicuri di viaggiare ora come ora? La risposta non è altro che l’auto personale, con cui tra l’altro abbiamo fatto anche le vacanze, preferendola di gran lunga agli aerei.

Ma attenzione anche agli scooter…

Anche le due ruote, dopo aver subito un netto tracollo nelle vendite durato anni, in questi mesi stanno vivendo un importante recupero. Dopotutto non sono altro che la soluzione alternativa ideale al trasporto pubblico, per chi è alla ricerca di una mobilità oggi più sicura dal lato sanitario e di certo più economica, rispetto ad un’auto. A dimostrazione di ciò, basta pensare che nel terzo trimestre del 2020, la produzione auto ha visto una riduzione del 10%, quella degli scooter è cresciuta invece di 30 punti percentuali.

Parola ai Green bond

Cosa sono? Niente meno che delle obbligazioni ma…eco-friendly. E qui dovrei lasciare la parola alla nostra Monica che di certo è un’esperta di finanza, ma proverò a raccontarveli io in maniera semplice e vediamo se ci ho capito davvero qualcosa, dopo le preziose spiegazioni di Flavia Carletti, giornalista de Il Sole 24 Ore Radiocor. In parole povere si tratta di soldi che vengono raccolti per essere utilizzati in progetti legati alla sostenibilità, come l’ambiente e la nuova mobilità. Sono qualcosa di relativamente nuovo nel settore auto, visto che la prima Casa ad essersi affacciata al settore è stata Toyota all’incirca nel 2007. All’inizio l’obiettivo era più quello di finanziare l’acquisto di auto elettriche, oggi invece si scelgono i green bond più per una questione legata allo sviluppo della mobilità sostenibile.

La risposta del pubblico c’è e i brand cominciano a muoversi in tal senso sul mercato, anche perché i tassi di interesse, rispetto alle normali obbligazioni sono più bassi. Ne sono un esempio Porsche, che lo scorso anno ha raccolto 1 miliardo per lo sviluppo della Taycan, ma anche Volkswagen Daimler e Volvo.

Ecco che questo potrebbe essere il “cambiamento” che cercano i clienti indicato da Gerbella. La sua tesi è supportata dal numero di green bond emessi nel solo mese di settembre, pari a circa 60 miliardi di €, di cui il 5% proprio emessi dalle Case automobilistiche.

Ma quindi, se volessimo fare un investimento azzeccato oggi, meglio puntare sui green bond, acquistare una nuova e fiammante serie speciale, o ancora affidarsi ai modelli del passato? Probabilmente non vi è una risposta corretta, ognuna di esse potrebbe valere la candela. Se pensiamo alle one-off ed alle serie speciali, grazie anche all’effetto scarsità, il valore di mercato sale più di quanto non sia il prezzo di vendita, il che porta ad un amento del valore del marchio. Le case ne beneficiano con margini più elevati grazie anche alle personalizzazioni, ma per il cliente è un investimento a lungo termine importante.

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Anche l’heritage è un investimento…

Nel caso delle auto storiche non si può pensare oggi ad una Casa che non abbia un suo settore heritage, sia perché l’interesse negli ultimi anni è aumentato, sia perché sono davvero molti gli eventi che portano l’attenzione sul marchio, come ha spiegato Roberto Giolito, capo dell’Heritage di FCA, Anche qui si tratta di un collegamento passato-futuro e di certo sono ottimi investimenti che acquistano valore nel tempo, preservando la passione.

Sarà interessante vedere come si coniugheranno passione e necessità per l’ambiente da qui al futuro, come sottolinea anche Andrea Levy, Presidente del Milano Monza Open-Air Motorshow, che avrebbe dovuto svolgersi proprio nei prossimi giorni, ma rimandato al prossimo anno, causa Covid. Secondo lui l’elettrico ben presto non sarà più una nicchia. La riduzione dei prezzi della top performance di Tesla da 150.000 € a 100.000€ potrebbe già essere il primo tassello di questa “inversione di rotta.