Jane Reeve e Ferrari, la manager che ha fatto volare la rossa sui social
13.11.2021 - in

Jane Reeve e Ferrari, la manager che ha fatto volare la rossa sui social

Prima che andasse via, abbiamo incontrato la manager che ha deciso di raccontare il mondo dell’eccellenza di Ferrari tramite il digitale, Jane Reeve. Arrivata dritta dritta da una delle case di comunicazioni più famose al mondo, la J. Walter Thompson, non necessita ad ogni modo di tante presentazioni, quando si vede per la prima volta. Come le più abili comunicatrici, le sue doti arrivano all’interlocutore prima che possa spiccicare parola.

Jane Reeve Ferrari

Elegante, impeccabile, audace ma ponderata, Jane Reeve è salita alla direzione della comunicazione Ferrari, a Maranello, nel 2019, quando Louis Carey Camilleri era a capo dell’azienda. Per due anni ha lavorato sull’immagine e le strategie di comunicazione di uno dei brand più riconosciuto nel pianeta: una missione non facile per nessuno.

Jane Reeve per due anni in Ferrari: digitale, lifestyle, inclusività

Le sue qualità di professionista internazionale in settori variegati, nonché nel lusso e lifestyle –  considerando il suo passato come amministratore delegato di Camera della Moda Italia – sono state subito riscontrate: abbiamo visto l’apertura del ristorante Cavallino, ma anche il debutto sulle passerelle del marchio. Con Jane Reeve in Ferrari è iniziato un processo di comunicazione che è arrivato anche nel mondo della scuola mettendo sui banchi temi di Made in Italy e inclusività.

IS: “Quale è stato il suo contributo maggiore finora?”

JR: “Probabilmente riuscire ad allargare ulteriormente il bacino di utenti intorno alla marca Ferrari insieme ad un’apertura di dialogo sempre più aperto e continuativo. Oggi l’età degli acquirenti si è abbassata a una media di 50 anni. E questo anche in Italia: un dato che si riflette nell’attenzione sempre maggiore dei giovani sui nostri social, anche al di là degli amanti del motorsport”.

R: “Comunicazione social” che vuol dire per Ferrari?”  

JR: “Vuol dire comunicare tramite uno degli accessori che amiamo più in assoluto e che teniamo sempre vicino: lo smartphone. E quindi parlare anche a chi non guarda la tv, e oggi ci segue esclusivamente su canali come Instagram o Facebook. Molti non sono gli acquirenti di oggi, ma è una prassi di Ferrari lavorare già sul futuro”.

R: “Social Network vuol dire anche “inclusività”… o è un discorso a parte?”  

JR: “I social network permettono di vedere tante realtà che prima erano meno accessibili; di conoscere e apprezzare quello che il Made in Italy fa nel mondo. Non solo nell’automotive. Lo scorso mese abbiamo organizzato una sfilata con Rocco Iannone proprio tra le linee di assemblaggio, con capi di impatto che volutamente sono ‘gender fluid’, da portare sia da parte dell’uomo che della donna. In fondo sono sempre più donne che guidano le nostre auto.

R: “Cosa state facendo per l’inclusività in azienda?” 

JR: Il lavoro in azienda è stato costante negli ultimi anni, dando visibilità e condividendo le esperienze di tante donne che contribuiscono al nostro successo. Grazie al digitale, abbiamo potuto partecipare nel progetto “Inspiring Girls”, promosso dall’associazione Valore D. Nello specifico questo ha visto lo scorso marzo quattro colleghe incontrare virtualmente le classi della scuola secondaria inferiore dell’istituto Marchionne di Amatrice. Obiettivo dell’incontro è stato ispirare gli studenti (maschi e femmine) a investire nelle proprie capacità e a credere nei propri progetti di vita, rompendo allo stesso tempo gli stereotipi di ciò che una donna può o non può fare nel mondo del lavoro. Saranno previsti altri incontri nel territorio di Maranello. Vogliamo ancora lavorarci molto. In azienda abbiamo tante ragazze che oggi ricoprono ruoli manageriali, entrate con passione e ambizione”.

IS: “Come è la situazione, ad oggi, in numeri?” 

JR: “La quota delle dipendenti Ferrari è salita al 14,8% rispetto al 2015 che era all’11, ma non ragioniamo in termini meramente quantitativi. Lo scorso anno Ferrari S.p.A. è stata la prima società italiana ad aver ottenuto la certificazione Equal Salary per la parità di retribuzione tra donne e uomini con le stesse qualifiche e mansioni anche riconoscendo la parità di opportunità. Aggiungo un’altra cosa. Sin dagli anni 90 nello stabilimento abbiamo il programma “Formula Uomo”, affinché i tecnici diano il loro contributo, senza stress, alla giusta temperatura, luminosità e rumorosità ambientale. Siamo un team. Non possiamo permetterci errori. Qui a Maranello nasce l’eccellenza del Made in Italy”.

IS: “Tornando a lei… c’è qualcosa che ha dovuto “tagliare” dal mondo Ferrari?”  

JR: “Non mi sembra. Ho soltanto aggiunto. Le nostre auto sono più che vetture, sono emozioni. L’obiettivo è far capire la diversa esperienza per ogni modello e farla vivere al massimo anche attraverso il digitale. È una grande sfida. Se tra qualche tempo avremo diversi generazione di ferraristi, tra cui giovani, donne e collezionisti, considerato il brand attaccato alla tradizione, sarà più che una grande soddisfazione.”