
Quanto costa nazionalizzare un’auto?
Se decidete di acquistare una macchina all’estero e poi la volete usare in Italia non potete non considerare anche quanto costa nazionalizzare un’auto. Si tratta di un processo burocratico che non è certo una passeggiata di piacere ma che non può essere assolutamente evitato. E’ l’art. 132 del Codice della Strada che spiega esattamente il da farsi e anche le sanzioni in caso di mancato adempimento alla normativa.
Le vetture con targa straniera possono circolare sul territorio italiano per 12 mesi e poi bisogna procedere con la richiesta di immatricolazione di auto estera. Il Decreto Sicurezza del 7 novembre 2018 permette la circolazione di veicoli esteri per un massimo di 60 giorni, se il proprietario è residente in Italia. Inoltre, tutti i cittadini stranieri, a seguito dell’ottenimento della residenza italiana, devono immatricolare nuovamente i veicoli in Italia di loro proprietà entro 3 mesi dall’ottenimento della residenza.
Come nazionalizzare un’auto
Per capire come nazionalizzare un’auto bisogna partire dalla provenienza del veicolo, poiché la procedura cambia se la macchina è di origine extra-UE. In questo caso è obbligatorio rivolgersi alla Motorizzazione Civile con successiva iscrizione al PRA (Pubblico Registro Automobilistico). Nel caso invece di un’auto di provenienza UE, oltre alla Motorizzazione si può fare anche una richiesta allo STA (Sportello Telematico dell’Automobilista). Sul sito dell’ACI ci sono tutti i passaggi e qui vi riportiamo le indicazioni principali.
Procedura presso lo STA
Se l’auto arriva dal mercato europeo, da Liechtenstein, Norvegia e Islanda si può procedere con la richiesta di immatricolazione presso lo Sportello Telematico dell’Automobilista e i documenti necessari sono i seguenti:
- Fotocopia di un documento d’identità in corso di validità della persona acquirente e certificato di residenza (o dichiarazione sostitutiva di certificazione) se la residenza non è riportata sul documento
- Carta di circolazione estera, se il veicolo è usato
- Se l’iscrizione al PRA avviene con istanza dell’acquirente, modello NP2 compilato;
- Se viene redatto un atto di vendita con firma del venditore autenticata da un notaio e in bollo, modello NP2D compilato;
- Certificato di Conformità Europeo(o CoC) con omologazione italiana;
- Domanda su modulo TT 2119 compilato e firmato dalla persona acquirente;
- Se l’acquirente è una persona giuridica, dichiarazione sostitutiva da parte del legale rappresentante della società per conferma della sede della persona giuridica.
Procedura presso la Motorizzazione Civile
- Verifica preliminare con la quale vengono esaminati tutti i documenti relativi alle specifiche tecniche dell’auto e gli adempimenti IVA
- Rilascio della carta di circolazione
- Iscrizione al PRA: entro 60 giorni dal rilascio della carta di circolazione
I documenti necessari per l’iscrizione al PRA sono i seguenti:
- Certificato di Conformità Europeo (CoC) con omologazione italiana oppure accompagnato dalla dichiarazione di immatricolazione della Casa di produzione del veicolo
- atto di vendita con firme autenticate– se l’intestatario dell’auto non coincide con il proprietario all’estero
- Fotocopia di un documento d’identità in corso di validità della persona acquirente e certificato di residenza (o dichiarazione sostitutiva di certificazione) se la residenza non è riportata sul documento
- Modello NP2D per la prima iscrizione o rinnovo d’iscrizione debitamente compilato
- Fotocopia della carta di circolazione della Motorizzazione Civile
- Se l’acquirente è una persona giuridica, certificato della Camera di Commercio in bollo o una dichiarazione sostitutiva da parte del legale rappresentante della società.
Alla fine della procedura di iscrizione al PRA avviene il rilascio del Documento Unico di circolazione e di proprietà, che va a sostituire la Carta di Circolazione e il Certificato di Proprietà del veicolo
Se non sono presenti accordi bilaterali tra l’Italia e il Paese in cui è stato acquistato il veicolo straniero, tutti i documenti per l’iscrizione al PRA devono essere redatti in lingua italiana e corredati da una certificazione di conformità di un traduttore consolare ufficiale.
Obblighi di legge per nazionalizzare un’auto
Come abbiamo visto l’art. 132 del Codice della Strada e il Decreto Sicurezza del 2018 indicano procedure chiare, oltre a tempi e sanzioni, per la nazionalizzazione di un’auto. Inoltre, per effetto delle modifiche apportate al Codice della Strada dalla Legge n. 238 del 23 dicembre 2021 sono state inserite nuove regole per chi usa in Italia un’auto a noleggio o leasing con targa estera. In questo caso c’è l’obbligo di registrazione al Reve: Pubblico Registro dei Veicoli Esteri.
Quello che è un po’ sorprendente è il fatto che non esista una legge europea unica sulla nazionalizzazione delle auto estere. L’UE definisce “buona pratica” immatricolare la macchina nel posto in cui si vive per più di 6 mesi l’anno.
I tempi per nazionalizzare un’auto
I tempi per immatricolare un’auto estera non sono fissi e in gran parte dipendono da quanto impiega l’Ufficio Provinciale della Motorizzazione Civile per effettuare i controlli preventivi. Solo dopo queste verifiche si può richiedere l’iscrizione del veicolo in Italia al PRA. Dopo l’approvazione saranno necessari al massimo 3 giorni lavorativi per completare il processo. Attenzione però perché basta un errore nella compilazione della modulistica per bloccare tutto il processo con il relativo allungamento dei tempi.
Sanzioni per mancata nazionalizzazione di un’auto
L’art. 132 del Codice della Strada è molto chiaro circa le sanzioni in caso di inadempimenti degli obblighi previsti. Se si è residenti in Italia e si circola con un’auto straniera senza essere in possesso dei documenti che attestino la regolarità del veicolo, si è soggetti al ritiro della carta di circolazione. A questo si aggiunge una sanzione amministrativa tra i 711 euro e i 2.848 euro. E’ previsto anche il sequestro amministrativo (misura temporanea) del veicolo fino a quando non si procederà alla reimmatricolazione o fino alla sua esportazione definitiva. Per effettuare queste due ultime procedure il regolatore lascia 180 giorni dal momento del sequestro. In assenza di reimmatricolazione o di esportazione, l’auto verrà sottoposta a confisca amministrativa (misura definitiva).
Quanto costa nazionalizzare un’auto
Il costo da sostenere per nazionalizzare un’auto è composto da parti fisse e variabili:
- Emolumenti ACI – 27,00€
- Imposta di bollo per iscrizione al PRA – 32,00€
- Imposta di bollo DDT – 32,00€
- Diritti DT (Documento di Trasporto) –9,00€
- Imposta Provinciale di Trascrizione – 150,81€ + maggiorazione percentuale della provincia di residenza dell’acquirente
- Costo per il rilascio della targa– variabile a seconda del tipo di targa e di veicolo
- Costi relativi e proporzionali alla potenza del veicolo(kW) e alle sue dimensioni
Inoltre, se per immatricolare un’auto straniera decidete di rivolgervi a un’agenzia di pratiche auto, a queste voci naturalmente andrà aggiunto il costo dell’agenzia stessa.
Come immatricolare un’auto all’estero
Per immatricolare la propria auto all’estero è necessario “radiare la vettura dal PRA”. Si tratta di una procedura che si chiama esportazione. Può essere fatta dopo che si è immatricolata l’auto all’estero e serve per essere esenti dal pagamento del bollo auto. Per procedere con l’esportazione è necessario rivolgersi allo STA o al Consolato italiano del Paese in cui si è spostata la residenza. Ecco prassi da seguire:
- Immatricolare l’auto all’estero e conservare i documenti
- Chiedere al PRA che venga avviata la “Cessazione della circolazione per esportazione” presentando il certificato di proprietà dell’auto e l’attestazione di avvenuta immatricolazione all’estero.
Alla fine della procedura si riceve in formato digitale il Certificato di Radiazione.
Anche in questo caso ci sono dei costi da sostenere che sono tutti fissi:
- Prestazione ACI: 13,50 euro
- Imposta di bollo: 32,00 euro (48 se non si presenta il certificato di proprietà)
- Diritti DT: 10,20 euro
- Versamento postale: 1,80 euro