Autopromotec Talks: auto e sostenibilità, la rivoluzione silenziosa che sta cambiando l’industria
“Zero emissioni e infinite soluzioni. E’ possibile essere competitivi e sostenibili? Invisibile! La sostenibilità che non ti aspetti nell’auto”: questo il titolo dell’evento promosso da Autopromotec che si è svolto a Milano nei giorni scorsi e ha visto protagonisti alcuni player del settore aftermarket. Si tratta del primo ciclo di incontri, “Autopromotec Talks”, che sviluppano i temi della 30° edizione di Autopromotec, in programma a Bologna dal 21 al 24 maggio 2025.
L’obiettivo, come ha spiegato Roberto Sposini, Chief Mobility Editor di Lifegate e moderatore dell’evento, è quello di accendere un faro su quella parte di industria legata al settore automotive che normalmente ha meno luce. Autopromotec ci catapulta nel cuore di uno dei dibattiti più attuali e affascinanti del settore automotive: la sostenibilità.
Ma cos’è la sostenibilità? L’ONU nel 1972 ha definito la sostenibilità come la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità per le generazioni future di fare altrettanto con i propri. Una sostenibilità che spesso passa inosservata, ma che è destinata a rivoluzionare profondamente la filiera produttiva, specie nell’ambito dell’after market.
La sostenibilità invisibile: una rivoluzione silenziosa
Diciamolo chiaramente: parlare di sostenibilità in ambito automotive oggi vuol dire pensare subito all’elettrificazione. Le auto elettriche sono sulla bocca di tutti, ma c’è molto di più che si muove in sottofondo, spesso fuori dai riflettori. Ed è proprio questa “sostenibilità invisibile” il punto focale dell’incontro. L’automotive si sta evolvendo, e lo sta facendo con scelte intelligenti e concrete che vanno oltre il semplice abbandono dei carburanti fossili.
L’evento ha messo in luce come l’intero settore stia già facendo passi significativi verso una sostenibilità a 360 gradi. Non si tratta solo di progettare auto elettriche o ibride, ma di pensare in modo più ampio all’intero ciclo di vita di un veicolo: dalla produzione alla gestione dei rifiuti, dal riuso dei materiali alla rigenerazione. E, incredibilmente, molto di questo lavoro resta invisibile al consumatore.
Economia circolare: la chiave di volta del futuro
Pietro Meda, vicepresidente vicario dell’Automobile Club Milano, ha aperto i lavori con una riflessione interessante: “Parlare di mobilità significa parlare di economia circolare”. Ma che cos’è l’economia circolare? La definizione della Ellen MacArthur Foundation, che ogni anno organizza il Circular Economy Summit, ci fornisce una risposta chiara: è un sistema in cui tutte le attività sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro. Sembra semplice, no?
In realtà, è un concetto complesso ma potente, che può davvero rivoluzionare l’industria automotive e non solo. Pensiamo al riciclo dell’acciaio, per esempio: nel settore automobilistico, oltre l’80% dell’acciaio utilizzato viene riciclato. E non solo: riciclare l’acciaio richiede il 75% di energia in meno rispetto alla produzione di acciaio nuovo, con una drastica riduzione delle emissioni di CO2.
Già questo ci fa capire quanto il settore sia impegnato nel ridurre il proprio impatto ambientale. Ma c’è di più. Gli interventi durante l’evento hanno dimostrato come l’economia circolare non sia un’utopia, ma una realtà in continua crescita.
I numeri della sostenibilità: un’industria che cambia
Gianmarco Giorda, Direttore generale dell’ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), ha portato una ventata di numeri concreti. Le automobili prodotte oggi in Europa sono frutto di processi produttivi molto più efficienti rispetto al passato. Rispetto al 2005, i produttori hanno ridotto l’energia impiegata del 15% per unità prodotta, le emissioni di CO2 del 50%, l’utilizzo di acqua di circa la metà e i composti organici volatili (VOC) di oltre il 50%. Numeri che ci fanno riflettere su come l’industria stia cambiando pelle.
E non si parla solo di veicoli elettrici. Molto del valore di un veicolo, come ha sottolineato Giorda, risiede nei componenti, e qui la sfida è enorme. Il tasso di riciclaggio dell’acciaio, la riduzione dell’impatto energetico nella produzione di componenti, il riuso e la rigenerazione: tutti questi aspetti ci fanno capire che la strada verso la sostenibilità è molto più articolata di quanto possa sembrare.
Michelin e il futuro dei pneumatici: economia circolare in azione
Un esempio concreto di come si stia già lavorando in direzione della sostenibilità arriva da Matteo De Tomasi, Presidente e Amministratore delegato di Michelin Italiana. Chi l’avrebbe mai detto che i pneumatici potessero essere un esempio di economia circolare? Eppure, in Europa, grazie alle normative in vigore, quasi il 100% dei pneumatici a fine vita viene recuperato e destinato ad altri impieghi.
Non solo. Le tecnologie per il trattamento dei pneumatici usati stanno evolvendo rapidamente. Un esempio interessante è l’utilizzo del Carbon Black riciclato nella produzione di nuovi pneumatici. Questa sostanza, che in passato veniva ottenuta da fonti fossili, oggi può essere prodotta a partire da pneumatici a fine vita, riducendo così l’impatto ambientale.
La sfida, come spesso accade, è anche normativa. Le leggi non riescono a tenere il passo con le tecnologie emergenti, ma Michelin è fiduciosa che presto sarà possibile utilizzare una percentuale sempre maggiore di materiali riciclati o provenienti da fonti rinnovabili.
Il riciclo dell’acqua: Washtec e la sostenibilità negli autolavaggi
Anche settori apparentemente lontani come quello degli autolavaggi stanno facendo la loro parte per la sostenibilità. Gianluca Meschi, Amministratore delegato di Washtec, ha spiegato come il riciclo dell’acqua negli autolavaggi possa ridurre il consumo fino all’85%. Considerando che entro la fine del decennio la domanda globale di acqua dolce supererà del 40% la sua disponibilità, questa soluzione diventa fondamentale.
Pensateci: un autolavaggio che consuma meno acqua di una lavatrice o di una doccia di cinque minuti. Non è incredibile? Questo è solo uno dei tanti esempi di come anche settori meno visibili stiano contribuendo in maniera concreta alla sostenibilità.
Le 4 R della sostenibilità: riparo, riciclo, riuso, rigenero
Federica Bertoldi di LKQ RHIAG ha messo l’accento su quattro parole che dovrebbero essere il mantra di ogni azienda impegnata nella sostenibilità: riparo, riciclo, riuso, rigenero. Riparare un veicolo invece di sostituirlo è già un primo passo verso la riduzione degli sprechi. Ma è con il riciclo e la rigenerazione che si fa la vera differenza.
LKQ, fin dai suoi esordi, ha fatto del riciclo il proprio punto di forza, partendo come dismantler e recycling company. Oggi, questa strategia è più attuale che mai. Il recupero dei materiali, il loro riutilizzo e la rigenerazione di componenti che altrimenti verrebbero buttati sono la chiave per un futuro più sostenibile.
Verniciatura sostenibile: la rivoluzione di USI Italia
Massimo Greggio, Amministratore delegato di USI Italia, ci ha portato alla scoperta di un altro settore spesso trascurato: quello della verniciatura. Le fasi di verniciatura ed essiccazione sono tra le più energivore della filiera produttiva. Tuttavia, grazie all’introduzione di nuove tecnologie e al controllo computerizzato dei cicli produttivi, oggi è possibile ottimizzare l’efficienza e ridurre gli sprechi.
Il software sviluppato da USI Italia guida l’operatore attraverso le varie fasi della verniciatura, suggerendo il ciclo di lavoro ottimale in base ai pezzi da lavorare e al tipo di vernice. Il risultato? Meno sprechi, meno energia consumata, più sostenibilità.
Bio-carburanti: una soluzione già disponibile
Marco Seimandi di Westport Fuel Systems Italia ha portato un contributo importante sul tema dei carburanti alternativi. Non solo elettrico: anche i bio-carburanti gassosi, e in generale tutti i bio-carburanti, rappresentano una soluzione valida per alimentare i motori a combustione interna in modo più sostenibile.
È una tecnologia già disponibile e di facile implementazione, che potrebbe rappresentare una soluzione ponte mentre il mondo si dirige verso un futuro sempre più elettrificato. Come un’importante alternativa è rappresentata dall’idrogeno, almeno per certi tipi di mobilità. E in Italia partirà il primo treno a idrogeno l’anno prossimo sulla Brescia-Iseo-Edolo in Valle Camonica, la prima Hydrogen Valley italiana.
Sostenibilità nascosta: riparare è meglio che comprare nuovo
A chiudere l’incontro è stato Renzo Servadei, Amministratore delegato di Autopromotec, che ha lanciato una riflessione tanto semplice quanto potente: “La strada verso una vera sostenibilità non passa solo attraverso l’acquisto di nuove tecnologie, ma nel massimizzare l’uso di ciò che già possediamo”. A questo proposito, una buona notizia è che, secondo i dati forniti da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, tra gennaio e giugno in Italia la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha segnato un +27,3% rispetto allo stesso periodo del 2023.