Comprare un’auto: dal concessionario a Whatsapp, ecco com’è cambiato il mondo
04.07.2018 - in

Comprare un’auto: dal concessionario a Whatsapp, ecco com’è cambiato il mondo

Facebook ha organizzato il primo Auto Summit: un evento dedicato ad illustrare il nuovo percorso di acquisto di un’auto. Presenti in sala ci sono influencer, blogger e, pochi, giornalisti specializzati del settore. La prima a prendere la parola è Thomais Zaremba, Head of Global Strategy for Auto. Già mi sorprendo a rendermi conto che Mark Zuckerberg ha un settore della sua azienda interamente dedicato alle auto, ma questo è niente. Thomais è una donna che parla a braccio e ci illustra alcuni trend effettivamente interessanti che possono essere riassunti così: “It’s not about moving merchandise, it’s about moving people”. Questo spiega i circa 2,5 miliardi di persone che pubblicano stories su Instagram. Collegato a questo concetto è il fatto che la possibilità di personalizzare qualunque cosa è ormai quasi tutto. Più del 75% degli americani sono disposti a pagare di più un brand, proprio per la personalizzazione che può garantire. Ecco che, collegato a questo, c’è il fatto che l’80% di quello che guardiamo su Netflix deriva dai consigli che noi riceviamo proprio dalla tv on demand, che osserva i nostri comportamenti, li studia e ci dà indicazioni mirate. Scopro quindi che l’algoritmo di Netflix si aggiorna ogni 7 secondi! Gli esempi che porta Thomais sono tantissimi ma adesso smetto di divagare e vi racconto cos’è emerso.

Com’è cambiato il percorso di acquisto di un’auto: dal concessionario ai social

Proprio come sono cambiate le nostre abitudini in fatto televisivo, anche il percorso che seguiamo per acquistare un’auto si è profondamente modificato. In occasione di questo primo Auto Summit, Facebook ha presentato uno studio condotto insieme a Gfk su 1.000 persone in Italia che hanno espresso l’intenzione di acquistare un’auto nei prossimi 6 mesi o che hanno acquistato un’auto negli ultimi 12 mesi.

Per il 97% dei consumatori automotive, il percorso d’acquisto inizia online, dura circa 26 settimane e si sviluppa in cinque fasi distinte, interessando sia strumenti online che offline.

Un percorso in cinque fasi

Prima di tutto vengono individuati i requisiti dell’auto e c’è la ricerca prima della visita al concessionario. Queste due fasi durano circa 14 settimane e sono principalmente vissute online: le persone si rivolgono ricerche su desktop per il 68% dei casi e principalmente per informarsi sulle funzionalità e gli optional dell’auto. Il 42% usa il mobile per la parte più inspirational e visuale. C’è quindi la terza fase che è la visita al concessionario, poi la ricerca dopo la visita e, finalmente, l’acquisto. Normalmente si parte avendo in mente quattro brand ma poi ci si concentra solo su 3 quando si va nei concessionari, dopo aver cercato consiglio in amici e parenti. Ecco che quindi i principali mezzi utilizzati per cercare consigli sono Facebook per il 35% e Whatsapp per il 38%, con differenze minime in base all’età.

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Quindi i fattori che portano all’acquisto di un determinato modello sono : il brand e gli optional, i consigli di parenti e amici raggiunti dai social, un viaggio multiscreen tra desktop, per le caratteristiche tecniche e mobile, alla ricerca di un’ispirazione.

Quali conseguenze per brand, concessionari e per chi si occupa dell’informazione legata al mondo dell’auto?

Beh per i brand significa che non possono non essere presenti su tutti i social, specialmente se tengono conto di un altro dato fondamentale emerso dalla ricerca di Facebook: il 47% dei consumatori è interessato a ricevere informazioni da parte del produttore mentre si trova nella fase di ricerca ma anche successivamente alla visita al concessionario. Il consumatore cerca ispirazione attraverso video e fotografie, ma anche informazioni, attraverso recensioni, illustrazioni delle specifiche dell’auto e rendering, oltre che naturalmente contatti dei concessionari per test drive e preventivi di acquisto. Per i concessionari significa praticamente la stessa cosa: non possono ignorare questa nuova tendenza e devono essere presenti sui social con policy assolutamente adeguate.

E per noi che facciamo informazione sull’auto? Beh idem come sopra. Ormai la carta stampata sta perdendo sempre più il suo vecchio ruolo ed è necessario essere presenti sui social ma in modo positivo, serio e costruttivo. Thomais spiegava che l’esigenza di creare e appartenere ad una community è un bisogno che risale all’uomo primitivo. Le stories di Instagram creano ricordi in una community, che a loro volta creano quella fiducia che è il motore di tutto. Ecco quindi che, in questa nuova era, quello che dobbiamo fare noi che scriviamo di macchine è proprio questo: instaurare una relazione basata sulla fiducia. E’ una sfida ma anche una grande opportunità e, noi di Donne in Auto, raccogliamo il guanto!