
Cosa vogliono le donne? Ecco la visione di Lamborghini
Un vecchio detto diceva che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. Ma che donna c’è dietro una grande auto? E le grandi Case conoscono le donne, al punto da riuscire a “stuzzicarle”? Il dualismo donne e motori è sempre stato molto delicato e ci sono Brand con un design talmente esuberante ed energetico, nel senso di ricco di energia, che risultano essere lontanissimi dall’universo femminile. Ma tutto cambia, basta iniziare. E in Lamborghini tutto è iniziato l’anno scorso a settembre, quando in azienda è arrivata Katia Bassi, Chief Marketing Officer, responsabile globale della direzione strategica del Brand, del Marketing e delle Global Luxury Partnership della Casa di Sant’Agata Bolognese.
E’ la prima donna che entra a far parte del Management Board di Lamborghini e riporta direttamente a Stefano Domenicali, Chairman e Chief Executive Officer. Esperienze in Aston Martin, dove è stata Vice President di Aston Martin Lagonda e Managing Director di AM Brands, ha lavorato anche in NBA in Italia, FC Internazionale e in Ferrari. Sicuramente si muove bene in ambienti in cui gli uomini sono la maggioranza e non si è mai lasciata intimorire anzi, in Lamborghini, ha creato e realizzato il progetto FAB, il Female Advisory Board. L’ho incontrata per farmi raccontare di cosa si tratta.
- Katia Bassi
- Katia Bassi
- Katia Bassi
Come deve essere l’auto perfetta per le donne?
Il FAB “non è un movimento femminista, non è una protesta, anzi ha proprio il senso opposto. Chi ha fatto un percorso di carriera ed è riuscita ad affermarsi in certi ambiti e in certi Paesi è già una sorta di personale #metoo, dimostra che ci sono donne che ce la fanno e che possono essere dei role model”. E’ Katia che ci spiega che si tratta di una community di circa 150 donne provenienti da ogni parte del mondo e di qualunque età, con le professioni più diverse: startupper, business women, imprenditrici ma anche sportive, donne del digital e molto altro. Sarà stato l’arrivo del Super SUV Urus,
particolarmente adatto anche ad un pubblico femminile, ma Lamborghini ha scelto di voler conoscere e capire le donne, raccontarsi e farsi raccontare, creare familiarità con le vetture sportive e con un’azienda che ha un DNA sportivo, ma è fatta di persone con la passione per il bello, per l’eccellenza e per l’italianità, non a caso c’è il tricolore nel logo.
Si sono ritrovate in occasione di serate informali che si sono svolte a Singapore, Los Angeles, Sydney, Dubai, Tokyo, Londra, New York, Macao e a Milano.
Hanno chiacchierato delle sfide professionali del mondo femminile, di innovazione, hanno messo in comune le loro esperienze, i loro momenti di difficoltà ma anche i loro successi, poiché si tratta di “persone che hanno cambiato la percezione delle donne nei diversi settori di appartenenza. Alcune di loro hanno già delle Lamborghini, alcune hanno altre auto supersportive, alcune non hanno interesse per le auto o se ce l’hanno non sanno di averlo”. Ma le donne, si sa, “hanno interessi estesi. Se con l’uomo vai più sulla performance, con le donne puoi avere più argomentazioni” – come spiega Katia – quindi sono colpite e interessate nello scoprire che tanta della R&D svolta in Lamborghini viene utilizzata anche in altri settori poco legati all’auto, come quello medicale. Sono favorevolmente sorprese quando scoprono che Lamborghini è un’azienda Co2 neutrale. Interessi diversi, lavori diversi, competenze diverse, ma per tutte il denominatore comune di un’auto è che deve essere
“l’estensione del luogo di lavoro o della casa. Un posto in cui ti devi sentire a tuo agio, come il divano di casa tua. Un posto dove ti senti bene, che sia una Huracan o un Urus”.
Ma oltre all’auto ideale c’è anche la cliente ideale e quando ho chiesto a Katia a quale donna vorrebbe vendere una Lamborghini ha risposto senza esitazione: “Michelle Obama, e non è una questione politica ma di personalità.” Chissà che non ci sia anche lei alla tappa del prossimo anno del FAB che si terrà a Sant’Agata Bolognese, dove sarà invitata una rappresentanza di tutte le 150 partecipanti. Inoltre gli incontri continueranno a livello regionale ed è anche stato creato un portale dove “incontrarsi virtualmente” e continuare quello che è iniziato.
Donne in Lamborghini
Ma Lamborghini ha iniziato questo cambiamento culturale anche in azienda, in modo naturale né forzoso né forzato. Viene perseguito un grande bilanciamento tra uomini e donne, in termini di opportunità, che dipendono esclusivamente da meriti e non dal “genere”. Le donne presenti ricoprono anche posizioni di rilievo, come quella che è a capo della logistica di tutto il Brand. Ci sono diverse ingegnere e parlando con Katia Bassi si respira un’aria di grande apertura e di inclusione. Ci sono poi strumenti preziosi messi a disposizione delle donne. Ad esempio proprio quest’anno è partito un servizio di “mum coaching” per le donne che tornano dalla maternità e vengono accompagnate nella gestione del rientro al lavoro, alla luce del nuovo ruolo di madre. C’è poi, per tutte le donne dipendenti, lo screening senologico annuale gratuito. E ancora, per chi sceglie la maternità facoltativa, Lamborghini integra la quota INPS e la porta dal 30 al 60%. Tutti segni tangibili del fatto che la sensibilità a questi temi è molto alta. Del resto che stava cambiando qualcosa lo si era capito già un paio di anni fa, quando al salone di Ginevra, non si sono più viste le “signorine” accanto alle auto. Le donne allo stand Lamborghini sono sempre state tra le più belle e “conturbanti” ma a un certo punto è stato deciso che era necessario ridare dignità all’auto e basta: “la macchina deve vivere della propria bellezza e le donne della loro” spiega Katia. Da lì, forse, è partito il cambiamento.
L’identikit della cliente Lamborghini
Attualmente le donne che acquistano una Lamborghini sono circa il 10% dei clienti totali della Casa di Sant’Agata ma, calcolando (studi JWT) che entro il 2025 il 38% del welfare mondiale sarà posseduto da donne, c’è da aspettarsi che questa percentuale sia destinata a crescere. Ma come sono adesso le donne che scelgono una Lamborghini? Ho chiesto anche questo a Katia Bassi e mi ha detto che sono
“tutte dotate di forte personalità, sono donne che stanno bene nella propria pelle e non hanno bisogno di una marca per sentirsi forti o apparire. Sono donne sofisticate e consapevoli”.
Donne che scelgono il Carbon Pack come personalizzazione per la loro auto. Certo se pensate che la mia Lamborghini preferita è la Sesto Elemento e che il mio casco del motorino è in carbonio, beh allora anche io sono a buon punto per diventare cliente della casa di Sant’Agata Bolognese!