I 90 anni di Volvo, che sarebbero 93, al Parco del Valentino
09.06.2017 - in

I 90 anni di Volvo, che sarebbero 93, al Parco del Valentino

Vi abbiamo già detto delle ricorrenze che si festeggiano quest’anno al Parco del Valentino, ma vogliamo fare un focus particolare sul compleanno di Volvo.

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Sono 90 ma, come ha spiegato Michele Crisci, Presidente di Volvo Car Italia, in occasione della conferenza stampa dedicata a questa ricorrenza, in realtà sarebbero 93: era il 25 luglio 1924 quando Gustaf Larson e Assar Gabrielsson, che avevano lavorato insieme in SKF, decisero di fondare Volvo. Sono sempre loro che spiegarono, in una semplice frase, quella che era, è e sarà sempre la filosofia di Volvo:

“Cars are driven by people.The guiding principle behind everything we make at Volvo, therefore, is – and must remain – safety.”

Ed è sempre Crisci che spiega il senso di tutto ciò: ”se oggi siamo arrivati a essere un punto di riferimento dell’industria dell’auto è solo perchè siamo sempre stati coerenti al DNA del nostro marchio e fedeli alla missione che i fondatori della Casa avevano indicato”.

Volvo Duett

Volvo Duett

Il ponte tra il passato e il futuro

Il ponte tra il passato e il futuro in Volvo è rappresentato da alcune pietre miliari:

  • La tradizione come fonte di autenticità
  • L’heritage non come riproposta dei temi stilistici del passato  ma reinterpretazione in chiave moderna di alcuni temi costruttivi che hanno contraddistinto Volvo nel tempo
  • Il design scandinavo, il cui senso è ben espresso dalle parole di Jan Wilsgaard, designer di Volvo dal 1950 al 1990 che disse: “Spesso la funzionalità esprime bellezza. Le soluzioni più semplici e naturali, basate sul buon senso, spesso risultano le più attraenti”.
  • La sicurezza

Sicurezza che è stata “inaugurata” con la cintura di sicurezza a tre punti, fino ad arrivare ai moderni sistemi come il City Safety o il Pilot Assist. L’obiettivo è la guida autonoma, non come semplice dimostrazione di potenzialità tecnica, ma come requisito fondamentale delle auto del futuro. Guida autonoma non significa andare il più veloce possibile con gli occhi bendati, ma serve proprio a non fare incidenti. Quest’ultimo concetto esprime la Vision 2020 di Volvo: nessuno deve rimanere gravemente ferito o perdere la vita a seguito di un incidente in una nuova Volvo al traguardo dell’anno 2020. Un progetto lanciato nel 2007 e, da allora, sono dimezzati gli incidenti. Quindi tecnologia che serve alle persone per dar loro tranquillità. Più del 90% degli incidenti stradali ha alla base un errore umano: eliminare questa fonte di rischio significa avvicinarsi all’obiettivo di azzerare gli incidenti. Le auto connesse possono:

  • dare informazioni relative al mondo esterno a chi è a bordo
  • leggere la strada
  • vedere ed evitare gli ostacoli
  • prevenire situazioni di rischio

Non solo guida autonoma ma anche auto come centro elaborazione di informazioni, dove al centro c’è la persona.

Un futuro quindi che parte dal passato, mai rinnegato e sempre rafforzato nel tempo.

Mostra d’auto d’epoca e moderne

Tanta storia insomma, senza mai tradire il proprio DNA, storia che verrà rappresentata in una speciale mostra di auto d’epoca e moderne che si terrà sabato 10 giugno nella Corte d’Onore del Castello del Valentino. Auto che appartengono alla Scuderia Volvo e ai soci del Registro Italiano Volto d’Epoca. Un excursus temporale che copre un arco temporale che va dagli anni 50 ai giorni nostri: la Duett, la P1800 Coupè, la 1800 ES, la Amazon, la 240 Polar, la 480 Turbo, la prima generazione di XC90 e XC60 fino ad arrivare alle attuali XC90, V90 Cross Country e la nuovissima XC60. Ci sarà anche una S60 in speciale versione Polestar.

Historical line-up of Volvo estate models

Historical line-up of Volvo estate models

I successi nel motorsport

Si perché nel DNA di Volvo si trovano sicurezza e heritage ma anche motorsport, dove Volvo ha scritto pagine importanti. Ecco allora in evidenza al Castello del Valentino una replica della gloriosa PV544 che nel ’65 vinse con i fratelli indiani Joginder e Jaswant Singh il Rally Safari – la massacrante prova del Mondiale Rally che si svolgeva sulle impossibili piste del Kenya – e una 850 TWR Super Touring del ’96 (uno degli otto telai costruiti), vettura che ben si comportò anche in versione Station Wagon nelle gare del Campionato Turismo negli anni ‘90 sotto la guida del team manager inglese Tom Walkinshaw.  A simboleggiare l’impegno sportivo di oggi – che significa soprattutto il Campionato Mondiale Turismo WTCC e le vittorie della S60 Polestar TC1 portata in gara dal team Cyan Racing – sotto i riflettori anche una S60 Polestar stradale, che con i suoi 370 CV costituisce la punta di diamante in chiave alte prestazioni della moderna offerta Volvo.

Mac3 Nurburgring Polestar Cyan Racing

Mac3 Nurburgring Polestar Cyan Racing

Del resto è fresca la doppia vittoria, in gara uno e gara due al Nurburgring, la pista più dura e impegnativa al mondo delle S60 Polestar: il miglior risultato della storia agonistica nel WTCC del team Polestar Cyan Racing, che consolida la posizione di Volvo in testa alla classifica costruttori all’avvicinarsi della metà stagione e consente a Catsburg di portarsi in testa alla graduatoria piloti con Bjork al terzo posto a otto punti di distacco. Il weekend tedesco ha fatto registrare un altro primato speciale per Volvo e per Catsburg: nel corso delle prove ufficiali il pilota Volvo ha fatto segnare il giro più veloce di sempre per un’auto WTCC sui 25 km del tracciato che unisce il vecchio Nordschleife e la pista GP F1 attuale con il tempo di 8’34”813.