Valentina Albanese, da pilota a mentore
28.07.2017 - in

Valentina Albanese, da pilota a mentore

Valentina Albanese è una di quelle (poche) donne che, con la sua grinta e professionalità, è riuscita a raggiungere risultati eccezionali. Una passione innata che nel 1996 ha visto la realizzazione di un sogno durato fino al 2015, quando ha concluso la carriera da pilota vincendo il Campionato Italiano Turismo Endurance. L’abbiamo incontrata a Misano e abbiamo fatto una chiacchierata nella quale ci ha raccontato…

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Passione per i motori

Una passione innata quella per i motori. Coltivata autonomamente di anno in anno finché un giorno trova un concorso di guida sicura rivolto a 100 donne, delle quali le 10 più forti vanno in finale e solo una vince. Valentina si interessa, partecipa al corso, entra nelle dieci e poi diventa l’unica: la vincitrice. Da quel momento capisce che, oltre alla passione, c’è qualcosa in più. Così inizia a cercare degli sponsor per poter prendere parte alle gare in pista e nel 1996 arriva il debutto, a Misano (proprio dove siamo mentre le stiamo parlando) a bordo di Citroën Saxo. La prima gara non si scorda mai, ma Valentina ha voluto renderla indelebile: durante le prove ha fatto un brutto incidente – oggi ci dice “il peggiore della mia carriera da pilota”- che però non l’ha fermata dal mettersi in griglia per la gara: presente con tanto di collare!

I successi: un contrasto di emozioni

Per ciascun pilota, il momento della vittoria è sempre unico, e quello della prima? Valentina ci racconta che nel 2001 è arrivata la prima vittoria, era a bordo di una Smart e non credeva di aver passato la bandiera a scacchi per prima, non si è resa conto di quanto era accaduto,

Ero talmente incredula che non me la sono goduta

Esatto opposto di quanto successo durante l’ultima gara, nel 2015 a bordo di Seat Leon, la miglior auto che abbia guidato nella sua carriera. Già alla partenza sapeva che questa sarebbe stata la sua ultima volta in pista da pilota. Una gara importante a livello personale, ma anche per il Campionato. È stata la prima a passare sulla bandiera scacchi, coronando così una vita per i motori e una stagione con vittoria di gara e del Campionato Italiano.

Il giro di rientro ai box è stato un mix di sensazioni, ero contenta ma anche emozionata: era finita un’era della mia vita.

Rituali scaramantici

Come molti piloti, anche Valentina aveva i suoi riti prima della gara. Non mancava la presenza di Ciccio, il suo pelouche. Ma non finisce qui. Prima della partenza, il meccanico le stringeva la cinture di sicurezza e lei come rispondeva? Mettendogli le dita nella orecchie e nel naso!

La pista, una costante

Dopo aver concluso la carriera da pilota nel 2015, Valentina desiderava continuare a lavorare nel motorsport. E dopo pochi mesi dall’ultimo podio, arriva la telefonata di Porsche. Le viene offerta la possibilità di diventare capo del Motorsport di Porsche; cosa avrà risposto? Ovviamente non poteva chiedere di meglio, quindi ha lasciato il suo ruolo di Brand Ambassador Seat per ricoprire il nuovo ruolo in Porsche. Per fare questo, Valentina ha dovuto anche sospendersi dall’albo degli avvocati…ma è comunque rimasta l’avvocata più veloce d’Italia!

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Oggi svolge con tanto entusiasmo il suo lavoro, l’abbiamo vista muoversi a Misano durante la Driving Experience con Michelin e si vede che questo è il suo habitat. Ovviamente, con lei non manca Baby, il suo cane che la segue in pista e nelle sue avventure.

Si percepisce la sua voglia di motori, la grinta e la passione che la porta a voler trasmettere l’esperienza che ha maturato in questi 20 anni di gare ai giovani piloti. Per questo è molto entusiasta nel raccontare che sta portando avanti il progetto di “formazione” con sei ragazzi under 26 che prendono parte alla Carrera Cup: un progetto voluto fortemente da Porsche AG in cui Valentina crede molto. Si tratta di una vera e propria scuola per diventare piloti, che li prepara a livello fisico, grazie alla collaborazione con Technogym, da un pool di tre tutor (di cui fa parte anche Valentina) per la parte di motorsport e da Venceslas Monzini – responsabile PR e ufficio stampa di Porsche Italia – per la parte di comunicazione. Perché, non basta essere buoni piloti, bisogna anche saper parlare e farsi voler bene. E poi aggiunge, sì però

non devi essere un freno amano!