A Monza con Puresport e un paio di supercar…
27.10.2017 - in

A Monza con Puresport e un paio di supercar…

A quanti di voi piacerebbe provare a guidare una supercar su un vero circuito?

Auto che si vedono sulle copertine patinate dei magazine di auto o nella foto online ma che, per la maggior parte dei casi, restano solo dei sogni lontani. A volte, però, i sogni possono essere realizzati, come nel nostro caso! Scendere in pista sul leggendario circuito di Monza con una Ferrari e una Lamborghini? Beh, è possibile e vi raccontiamo come!

In pista per un sogno

Per scendere in pista si possono fare i classici trackday, ma ci sono alcune cose da tenere presente: bisogna avere un’auto propria da utilizzare, bisogna mettere in conto che le gomme dopo il trackday forse saranno da sostituire, i freni avranno subito una notevole sollecitazione e comunque tutta la macchina subisce un’usura ben superiore rispetto all’utilizzo ordinario. Senza calcolare il fatto che, se si perde il controllo dell’auto e si va a sbattere i problemi aumentano! E poi, non tutti possono permettersi una Ferrari o una Lamborghini. Morale per alcuni di noi girare a Monza con una supercar potrebbe rimanere per sempre un sogno. In realtà non è proprio così perché ci sono delle alternative: Puresport è tra queste. Si tratta di una società che ormai da oltre quindici anni permette a chiunque di realizzare questo sogno.

Io e Giulia abbiamo voluto metterli alla prova per capire se effettivamente ne vale la pena.

Puresport, come funziona

Per prenotare l’esperienza, oppure per regalarla a qualcuno, basta andare sul loro sito, (che è in undici lingue!) e fare tutto online. Riceverete una mail con il vostro numero d’ordine e la convocazione con il modulo dello scarico di responsabilità.

A questo punto rimarrete in trepidante attesa fino al giorno fissato, proprio come me e Giulia, che eravamo davvero ansiose di fare questa esperienza.

Ci siamo presentate a Monza, direttamente al paddock, ai box 49-50, con un po’ di anticipo, giusto per prendere confidenza con l’ambiente.

Ad attenderci abbiamo trovato delle ragazze gentili e simpatiche che ci hanno registrato e poi abbiamo bevuto un caffè nel bar allestito direttamente nel box, respirando il profumo della pista. Sbirciando in pit-lane c’erano già le auto che facevano bella mostra di sé ma non era ancora il momento di salire a bordo.

Scoccata l’ora prevista è arrivato Michele, un istruttore professionista che ci ha radunato per un briefing tecnico. Siamo subito entrati nel vivo dell’atmosfera, parlando di traiettorie, velocità, impostazione delle curve. Sapete quanti metri si percorrono a 200 km/h in un secondo? 55, durante i quali non sono ammesse distrazioni, non si possono spostare le mani dal volante oppure guardarsi in giro. Monza è una pista molto veloce e si toccano velocità elevatissime molto facilmente, la concentrazione deve essere sempre al massimo. Intanto che Michele parla, l’adrenalina comincia a salire e si comincia a diventare impazienti. Ma quando finisce il briefing non è ancora l’ora di mettersi in macchina: bisogna fare il giro di ricognizione. È sempre Michele che ci fa salire su un mini van e ci porta lungo la pista spiegandoci le curve, le traiettorie, i cordoli. Certo non basta un giro di Monza per impararla a memoria, più di 5 km che racchiudono pezzi di storia dell’automobilismo e rievocano storie iconiche di grandi sfide e grandi campioni. Ma non c’è più tempo di perdersi in memorabilia, ora tocca a noi!

Al volante di Ferrari 458 Italia

La pista è tutta nostra, non ci saranno altre auto a girare ma solo quelle di Puresport e noi iniziamo con una rossa fiammante Ferrari 458 Italia. Motore 4.500 cm3 V8 da 570 cv con un’accelerazione che incolla al sedile.

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Monica: Quando entro e mi sistemo sedile e volante mi sento subito a mio agio anche se molto emozionata, non ero mai salita su una Ferrari! Parto, lascio la pit-lane e mi butto in pista: accelero ma freno anche subito alla 1° variante, poi curva di Biassono senza toccare il freno e mi sembra di iniziare a prendere confidenza bene con il mezzo, mai pensiero fu più sbagliato: alla 2° variante della Roggia sbaglio a impostare la curva e vado dritta. Rido troppo, mi viene in mente quando in passato ero lì a guardare qualche gara e sembra tutto facile. Riprendo subito il controllo e la concentrazione e mi butto nelle curve di Lesmo, poi l’Ascari e la Parabolica: La curva, quella dove l’ultima volta che sono andata a vedere le gare dell’ELMS sono rimasta lì due ore a vedere in quanti modi diversi si poteva affrontare. Insomma la Ferrari mi è sembrata un’auto “facile”, quasi un’auto da poter usare tutti i giorni. Certo portarla al limite è un’altra cosa, ma ci si può lavorare!

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Giulia: Non era la prima volta che scendevo in pista qui, ma farlo è sempre un’emozione…soprattutto quando al volante di una Ferrari. Le prime curve sono state un po’ per prendere confidenza con la macchine e capirne un po’ il carattere, anche se i metri percorsi non erano abbastanza. Però, arrivata all’uscita dalla Lesmo, giù a paletta per sentire l’accelerazione di questo V8 da 570 cv, per poi rallentare (di brutto) sulla variante Ascari. Pochi chilometri insieme ma che mi hanno regalato emozioni e, raggiunti i box, sono scesa con un sorriso da bambina stampato sulle labbra!

È tempo di Lamborghini Huracan

A questo punto è il turno della Lamborghini Huracan: un 5.200 V10 aspirato da 610 cv, trazione integrale, cambio doppia frizione e un telaio ibrido alluminio e carbonio.

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Monica: Quando sono entrata mi è sembrato di entrare in un’astronave perché nella consolle centrale ci sono tantissime levette che mettono un po’ di soggezione, ma è quella che si trova sul volante che ha catturato tutta la mia attenzione perché ha un nome che rievoca il fatto che la macchina sia “viva”. Si tratta di ANIMA: Adaptive Network Intelligence Management e può essere posizionata su Strada, Sport e Corsa. Messa su Corsa, inserisco la prima con i paddle al volante, che sono a forma di toro, e parto. Stavolta non faccio errori, guardo la pista e sento la macchina, dopo la Lesmo scarico tutte le marce e mi distraggo solo un secondo ad un certo punto per guardare la velocità a cui sto andando: 240 km/h. Per Monza non è granchè perché si superano facilmente i 300 km/h ma già così mi sembra di volare. Ma devo già frenare perché arriva la Variante Ascari, tre curve in successione, un punto molto delicato che la Huracan affronta con disinvoltura anche se io non sono certo un manico. Rientrare ai box è un vero peccato mortale ma è solo per provare un’altra Lamborghini, la Gallardo che non ha il cambio sequenziale e ormai sembra quasi una lenta “vecchietta” dopo aver guidato la Huracan!

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Giulia: non nascondo che ho un debole per le Lamborghini e poter provare la Huracan è un sogno. Come faccio sempre quando salgo in auto, sistemo sedile, volante e controllo la strumentazione per avere un quadro generale, ma qui è diverso…o forse sono io più emozionata? Beh, è il momento di mettere da parte la sensibilità e dare gas. Parto più determinata di prima, voglio proprio godermi questo giro. L’istruttore mi dà consigli di guida e lo ascolto attentamente, lui è un pilota, io no e le velocità che si toccano superano abbondantemente i 200 km/h. La performance di quest’auto è spaziale, tra tenuta in curva e stabilità in frenata, sembra fatta per correre! Purtroppo, è questione solo di pochi minuti e il momento di rientrare ai box è arrivato. Un sogno che hai tenuto nel cassetto per anni e che in qualche minuto si realizza, ma che sempre ti resterà nel cuore!

Insomma è stato un pomeriggio ricco di emozioni che mi sono gustata e assaporata, istante per istante ma non perché io sia una vecchietta sdolcinata, non è questione di età, vero Giulia? Sono d’accordo con te Monica, un susseguirsi di emozioni che mi porterò sempre con me!

Di seguito il video dell’esperienza in pista e la gallery con le foto.