Donne al volante: il tocco femminile alla guida di un’azienda automotive
22.03.2018 - in

Donne al volante: il tocco femminile alla guida di un’azienda automotive

Donne al volante: il tocco femminile alla guida di un’azienda automotive. Questo il tema della tavola rotonda che ha aperto i lavori della sessione primaverile del #FORUMAutoMotive, organizzato a Milano da Pierluigi Bonora. Otto donne che hanno raccontato le loro esperienze in un ambiente lavorativo molto maschile, dove sono riuscite a portare la loro

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personalità ma, soprattutto, le loro competenze. Donne determinate e decise, spesso accomunate da una passione familiare. E’ il caso di Livia Cevolini, CEO di Energica Motor Company, primo costruttore di moto elettriche sportive made in Italy. Lei racconta di quando era piccola e suo papà la portava nei paddock di Formula 1 o ai rally. Oggi dice “Non esiste l’orario di lavoro se l’azienda è tua: io rispondevo alle mail dalla sala parto.”. Per Livia il problema è che arrivano troppi pochi curriculum di ragazze perché poche studiano materie STEM. Lei è un’ingegnere e le è piaciuto molto, come a tutte, il progetto NERD, acronimo di Non è roba per donne, che ha l’obiettivo di coinvolgere le ragazze del 3° e 4° anno di Liceo per far capire loro che l’informatica permette di esprime anche la propria creatività. Ne ha parlato Fabiola Tisbini, Director of IBM Growing Industries Sales, che, con orgoglio, racconta che oggi sono più di 5.000 le donne iscritte a questo progetto, tutto italiano, che coinvolge sette università sul territorio nazionale. In IBM hanno un obiettivo ambizioso: lavorare per far in modo che la cultura aziendale pervada la cultura Paese. Anche Lidia Dainelli, Direttore Comunicazione e membro del cda Jaguar Land Rover Italia, ha apprezzato molto il progetto NERD, proprio perché JLR sta assumendo tante donne e l’ambiente non è più come quello di vent’anni fa quando lei arrivò in azienda e, fino a quattro anni fa era l’unica donna dirigente in JLR Italia. Per Lidia elemento distintivo delle donne è la loro caparbietà, la volontà di emergere sempre e comunque, nonostante le difficoltà, ma anche la capacità di lavorare fuori dalla routine e di adattarsi più facilmente ai cambiamenti. Caratteristiche che ricerca anche Daniela Paliotta, arrivata in stage nel 2000 e oggi Responsabile Risorse Umane di Mercedes-Benz Italia, dove è stato lanciato il progetto Smart Working che si  focalizza sul risultato e non sulla presenza in azienda, proprio per agevolare tutti, senza distinzione di genere. Distinzioni che ha dovuto affrontare Cinzia Caserotti, Direttore Vendite Italscania S.p.A., quando trent’anni fa arrivò in un’azienda in cui gli interlocutori erano tutti camionisti. Lei, prima di tutto, ha creduto in sè stessa e ritiene che una caratteristica distintiva molto importante che hanno le donne sia la capacità di capire anche quello che non si dice e di interpretare i bisogni. Anche Cinzia parla della passione per il proprio lavoro, esattamente come Silvia Nicolis, imprenditrice e Presidente del Museo Nicolis, che racconta di aver avuto la fortuna di avere un padre entusiasmante e carismatico che le ha trasferito competenze fondamentali per emergere in questo settore. Competenze che sono servite anche a Maura Carta, Presidente Milano Serravalle – Milano Tangenziali S.p.A., entrata in azienda grazie alle quote di genere ma che ha consolidato la propria posizione esclusivamente grazie alla professionalità e preparazione. La stessa di cui racconta Roberta Zerbi, Responsabile Alfa Romeo mercati Emea, che considera fondamentale la capacità femminile di porre particolare attenzione ai dettagli, che spesso fanno la differenza nella realizzazione di un progetto. Per Roberta è cruciale trovare un equilibrio tra la razionalità e le emozioni, proprio come il Dna dell’azienda in cui lavora, dove la “Meccanicadelleemozioni” esprime proprio la continua ricerca dell’equilibrio perfetto tra questi due elementi.

Quello che è emerso da questa lunga chiacchierata tra donne è che sicuramente il panorama è molto cambiato rispetto agli anni Ottanta e Novanta ma rimane ancora molta strada da fare, specialmente considerando gli standard di altri Paesi europei. Elementi distintivi delle donne sono risultati essere la capacità di mediare e tirare le fila, ma anche il fatto che sono capaci di rimettersi in gioco e reinventarsi. La cosa che ho apprezzato molto è che ognuna ha dato la propria ricetta, dimostrando che più modelli di leadership al femminile ci sono, più possibilità si creano.

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Riassumendo, secondo me, sono tre gli ingredienti che rappresentano un po’ il fil rouge di tutto, il sale, lo zucchero e il pepe:

  • le competenze sono fondamentali ma senza la consapevolezza di averle non si va da nessuna parte perché non si ha il coraggio di alzare la mano e chiedere riconoscimenti.
  • Non servono atteggiamenti maschili perché alla lunga non pagano
  • L’ironia è il giusto condimento di competenza e determinazione.