Diesel pulito? Bosch ha trovato una valida ricetta
03.05.2018 - in

Diesel pulito? Bosch ha trovato una valida ricetta

Vogliamo essere catastrofici: la tedesca Bosch potrebbe mettere in crisi l’idea di un futuro automobilistico a sole batterie ricaricabili. Come? Ripulendo il caro, vecchio e puzzolente diesel.

La tecnologia per la vita

Alla conferenza stampa che annualmente si tiene a Stoccarda, in Germania, il CEO dell’azienda Volkmar Denner ha dichiarato che Bosch sta lavorando su nuove tecnologie in grado di ridurre le emissioni di ossido di azoto (NOx), rendendo così il diesel a bassissimo impatto ambientale. La multinazionale ha premesso, infatti, come nella lista delle priorità, ci sia migliorare la qualità della vita, proteggere l’ambiente e ridurre l’impatto sul clima: non a caso il loro motto è “tecnologia per la vita”, che si traduce in promozione della mobilità delle persone e innalzamento della qualità dell’aria. In poche parole: miglioramento del motore a combustione.

I tecnici della Bosch sono riusciti ad abbassare le emissioni di ossidi di azoto fino a un decimo del limite previsto dalla legge. La normativa europea vuole, infatti, che dal 2020 si possa raggiungere un massimo di 120 milligrammi di NOx, mentre ad oggi – fa sapere Denner – i veicoli utilizzati nei loro test toccano appena i 13 milligrammi per chilometro: un dato sicuramente significativo. Ma l’obiettivo vero è un altro: un motore a combustione che produca emissioni di CO2 pari a zero.

I nuovi motori diesel e a benzina non dovranno più emettere quantità significative di particolato e ossidi di azoto nell’atmosfera; come punto di riferimento è stato poi scelto Neckartor, l’incrocio di Stoccarda considerato il più inquinato di tutta la Germania, nel quale in futuro non dovrà essere rilevato più di un microgrammo per metro cubo di ossidi di azoto, cioè un quarantesimo (ovvero il 2,5 percento) del valore limite di emissioni attuali di 40 microgrammi per metro cubo.

Inoltre, si auspica che in futuro i consumi dei veicoli verranno testati non più in laboratorio ma in condizioni di guida reali. Un modo per dimostrare una trasparenza nei confronti dei consumatori e prendere in considerazione anche lo studio delle emissioni di CO2 totali del traffico, derivanti dalla produzione del carburante e dell’energia elettrica: “Con un bilancio della CO2 completo in futuro i motori a combustione e i propulsori elettrici non saranno poi così distanti“, sostiene, quindi, Denner.

La ricetta di Bosch

Da dove è partito Bosch per studiare la soluzione a un diesel che diventi ecosostenibile? Dallo studio di due fattori critici per la riduzione delle emissioni, ovvero lo stile di guida del pilota e la temperatura. Per quanto riguarda il primo, il sistema dell’aria di Bosch risulta uno strumento tecnico valido: quanto più è dinamico lo stile di guida, tanto più deve esserlo anche il riciclo di gas di scarico. Grazie alla combinazione del riciclo di gas ad alta e bassa pressione, il sistema dell’aria garantisce grande flessibilità, consentendo a chi guida di ripartire velocemente, senza per questo registrare grandi emissioni. La temperatura altro fattore fondamentale, poiché per una conversione totale degli ossidi di azoto, è necessario che i gas di scarico superino i 200°C, una temperatura che circolando in città non viene quasi mai raggiunta, a causa dei tempi lenti dovuti soprattutto al traffico.

Bosch punta quindi su un sistema di controllo della temperatura del motore diesel che gestisce attivamente la temperatura dei gas di scarico. L’impianto dei gas rimane abbastanza caldo da poter lavorare in un intervallo di temperatura stabile, mantenendo basse le emissioni. Questa tecnologia è inoltre già disponibile e si basa su componenti esistenti e sul mercato, il tutto restando economicamente vantaggioso per i clienti.

Diesel pulito sì, ma senza dimenticare l’elettrico 

Tutto questo, potrebbe davvero rallentare il processo di avvicinamento all’elettrico? Forse no, e così Bosch si tiene stretto anche il fronte delle batterie, che resta il vero futuro della mobilità: difatti l’azienda di Stoccarda, nello scorso anno, si è aggiudicata contratti, per la produzione di sistemi di propulsione elettrica, per un valore complessivo di 4 miliardi di euro. Ha all’attivo anche una collaborazione con la start-up Nikola Motor Company – l’ideatrice del Nikola One, il camion full size a sei motori elettrici con 1.900 km di autonomia, che voleva fare concorrenza a Tesla – e con l’azienda cinese Weichai Power, principale produttore di motori per veicoli a livello mondiale.