Auto elettrica e autonoma. La grande scommessa al #FORUMAutoMotive
05.11.2018 - in

Auto elettrica e autonoma. La grande scommessa al #FORUMAutoMotive

Il concetto di “mobilità” è cambiato molto negli ultimi anni e i costruttori automobilistici si sono ritrovati a dover scommettere tutto su due fronti inediti: il primo, quello che ormai anima tutti i dibattiti, è quello delle zero emissioni. Il secondo è rappresentato dalla guida autonoma, su cui si stanno facendo investimenti sempre più cospicui ma che al grande pubblico pare interessare ancora poco; o forse spaventa ancora molto, dipende dai punti di vista.

Stando all’analisi compiuta dalla società di consulenza AlixPartners, e presentata in occasione dell’incontro “Auto elettrica e autonoma. La grande scommessa dell’industria dell’automobile” organizzato da #FORUMAutoMotive, per quanto riguarda le nuove alimentazioni (plug-in ibrido e 100% elettrico), queste rappresenteranno una quota di mercato del 20% entro il 2025, togliendo spazio alle motorizzazioni convenzionali come benzina e diesel, quest’ultimo in picchiata verso il basso.

Infatti, tra il 2015 e il 2017, in Europa il diesel ha registrato una brusca battuta d’arresto, passando da una quota di mercato del 52% a una del 45%. Mentre in Italia c’è stata una lieve controtendenza, con la quota del gasolio aumentata del 2% nonostante una lieve flessione delle vendite. In questa ottica è andata meglio alle auto a benzina, che hanno guadagnato un +7% di quota, e alle ibride e plug-in, con un +105% rispetto al 2017.

La graduale sostituzione delle motorizzazioni classiche con quelle a zero emissioni è un fenomeno che sta coinvolgendo non solo le vetture ma anche i veicoli commerciali: un quinto delle nuove immatricolazioni sarà elettrificato entro il 2025. Bisogna ricordare, però, che la vendita di EV non può prescindere dalla diffusione delle colonnine di ricarica: in tutto il mondo se ne contano 424 mila pubbliche e di queste, 132 mila si trovano in Europa. Su questo fronte la strada sembra essere ancora lunga e tortuosa, in quanto un loro sviluppo più massiccio richiederà anche l’impiego di capitali privati.

La transizione verso l’elettrificazione è ormai una tappa obbligatoria, dati gli obiettivi a lungo termine per la riduzione di CO2” sostiene Giacomo Mori, managing director di AlixPartners, “la velocità del passaggio deve però essere gestita con attenzione dalle istituzioni centrali della UE, per garantire il graduale adeguamento di capacità produttiva e di competenze della filiera dell’automotive alle nuove tecnologie dell’elettrico”.

Una corsa alla riduzione di emissioni inquinanti di CO2 ostacolata, però, proprio dalla stessa guerra che viene fatta al diesel: infatti la sua demonizzazione ha indotto sempre più i consumatori a rivolgere l’attenzione verso i motori a benzina (anche sulle popolarissime Sport Utility), fattore che difficilmente permetterà di raggiungere secondo i tempi stabiliti – e perciò entro il 2021 – l’obiettivo imposto dall’Europa dei 95 g/km di emissioni di CO2.

L’insulsa e indiscriminata guerra al diesel ha portato, come primo risultato tangibile, all’aumento delle emissioni di anidride carbonica, ed è particolarmente grave che gli stessi accusatori, alla luce di quanto sta accadendo, non dicano una parola” queste le dure parole di Pierluigi Bonora, promotore dell’iniziativa #FORUMAutoMotive: “Insomma, si combatte chi, grazie ai progressi fatti in questi anni, può contribuire invece a risolvere i problemi. C’è ancora troppa demagogia all’interno dei centri di potere, legata a doppio filo con gli immancabili business, in questo caso di matrice green”.

Finora un compromesso giusto e anche a costi ridotti è quello dell’alimentazione a gas: questo, a differenza delle elettriche e delle ibride, prevede delle infrastrutture già esistenti e poco esose. In Italia, però, di queste ultime siamo ancora piuttosto poveri, con la prevalenza di distributori GPL al centro-nord e quasi niente al sud.

Il secondo fronte di investimento, economico e strategico, delle grandi Case automobilistiche è poi quello della guida autonoma: solo nel 2018 sono stati investiti ben 56 miliardi di euro. Sforzi finanziari che sembrano quasi vani a fronte di una domanda ancora molto bassa, tanto che oggi il 57% degli automobilisti non acquisterebbe un veicolo col pilota automatico. Anzi, sui 21.000 euro che rappresentano la media del costo complessivo di un veicolo a guida autonoma, gli utenti dichiarano di essere disposti a spenderne solo 2 mila.