4 donne che hanno cambiato le nostre auto
Purtroppo non sono molte le donne coinvolte nel mondo dell’auto, dall’industria al motorsport, e sicuramente ci sono ampi spazi di miglioramento. Proprio per questo, perché possa anche essere di stimolo per donne e ragazze che vorrebbero ma non osano, proviamo a raccontare storie di donne che, anche da dietro le quinte, grazie alla loro intraprendenza, creatività e coraggio, hanno sviluppato innovazioni importanti che hanno cambiato il settore auto e che usiamo tutti i giorni senza neanche rendercene conto. Oggi che è la festa della donna, con SEAT ricordiamo quattrto donne del passato, pioniere dell’industria automotive e cinque del presente, che si occupano della nostra quotidianità.
June McCarrol (1867-1954): la donna delle “linee”
Oggi molte auto hanno di serie il lane assist che aiuta a mantenere la corsia in cui si viaggia e, in caso di distrazione, segnala lo spostamento. Sappiamo bene che questo tipo di “aiuto” funziona solo se sul manto stradale sono ben segnate le linee bianche che delimitano le corsie. Ma avete mai pensato chi e come le ha inventate? Bene è stata June McCarrol, medico di professione, che un giorno stava guidando per andare nel suo studio in California quando un camioncino l’ha buttata fuori strada. Ebbe quindi l’illuminazione di pensare che se ci fossero state delle linee che separavano le corsie, questo avrebbe evitato l’incidente. La propose alle autorità locali che, in un primo momento, snobbarono l’idea. Questo non la fermò, disegnò a mano una linea per separare le corsie in un tratto di strada e, con l’aiuto di un’associazione di donne, promosse una campagna per allargare questa iniziativa. Il risultato fu che le autorità della California implementarono la sua idea e disegnarono le linee di mezzeria su 5.600 km di strade. Oggi sappiamo che è utilizzato in tutto il mondo e da molte aziende di auto. Ad esempio in SEAT è sempre una donna, Luisa Tomas ingegnere nel dipartimento telai.
Florence Lawrence (1886-1938): la donna dei segnali luminosi
Oggi quando pensiamo alle personalizzazioni che si possono fare sulle nostre auto sono praticamente infinite e spesso si chiedono direttamente alle case produttrici, ma cosa c’è di più bello se non creare le proprie personalizzazioni e realizzarle direttamente? Florence è stata una delle attrici di Holllywood più famose all’inizio del secondo e ha fatto più di 300 film, tanto che sulla sua pietra tombale nel cimitero di Hollywood c’è scritto: “The first movie star”. La sua stessa vita potrebbe essere la sceneggiatura di un film in cui una parte importante sarebbe occupata dalle auto. Lei era una grande appassionata di motori, non solo le piaceva guidare ma anche collezionare tanti modelli, ripararli e “modificarli”. La sua creatività la portò a inventare il primo indicatore di direzione, la nostra freccia, che applicò al lato posteriore di una motocicletta. Consisteva in un braccio meccanico che, azionato con un bottone, indicava la direzione che il guidatore intendeva prendere. Sviluppò anche il segnale dello STOP che fosse visibile quando il guidatore schiacciava il freno. Non depositò mai il brevetto per le sue intuizioni che quindi vennero sfruttate da altri e furono decisive per il futuro dell’industria. Oggi ci sono i LED che durano di più e consumano meno ma in SEAT è sempre una donna ad occuparsene, Maite Paris, responsabile dello sviluppo dell’illuminazione anteriore.
Mary Anderson (1866-1953): la donna che portò la luce nei giorni di pioggia
Ogni volta che sono in motorino e piove penso a quanto sarebbe comodo avere i tergicristallo sul parabrezza e mi chiedo chi li abbia inventati per le auto. Ebbene è stata una donna. Allevatrice di bestiame e viticoltrice in Alabama, in un piovoso e ventoso giorno del 1902, durante una visita a New York con sua figlia, si accorse che un taxista teneva giù i finestrini per pulire il parabrezza dalla pioggia. Fu così che al suo rientro lavorò con una ditta locale per sviluppare uno strumento che consisteva in una leva interna all’auto che muoveva una stecca di gomma all’esterno del parabrezza. Ottenne un brevetto per 17 anni ma successivamente non riuscì a venderlo quindi decadde. Nel 1922 Cadillac fu la prima fabbrica automobilistica ad installare il tergicristallo come accessorio. Fu sempre una donna, Charlotte Bridgwood che inventò i primi tergicristalli automatici ma anche la sua invenzione non fu un successo commerciale. Oggi si parla di Infotainment e auto connesse di cui, in SEAT, è responsabile una donna: Leyre Olavarria.
Dorothy Levitt (1882-1922): la donna dello specchio
E’ stata la prima pilota inglese oltre ad essere una giornalista, autrice e grande attivista per la causa delle donne. Guidava qualunque cosa che potesse raggiungere alte andature, sia sull’acqua che sulla terra e ha fatto segnare numerosi record di velocità, come quello ottenuto nel 1905 correndo sulla sua roadster a 146 km/h. Nello stesso anno si guadagnò anche la definizione di “fastest girl on earth” per essere stata la donna che ha guidato più a lungo, nella De Dion-Bouton da Londra a Liverpool e ritorno in due giorni. Insegnò alla Regina Alessandra a guidare e il suo libro “The Woman and the Car” raccomandava alle donne guidatrici di portare sempre uno specchietto per guardare dietro mentre si guidava nel traffico. Era il concept dello specchietto retrovisore che fu introdotto dai produttori di auto nel 1914. Probabilmente gli specchietti in futuro non ci saranno più perché verranno sostituiti da telecamere e sensori che proietteranno su display e in SEAT è sempre una donna, Teresa Salinas, che si occupa degli specchietti interni.
Elvira Beloso: la donna che ha salvato il passato
Se è così importante “onorare” il passato, ci deve anche essere qualcuno che se ne occupa e, in SEAT c’è una donna che si è fatta carico di preservare l’eredità degli anni andati. Elvira ha messo insieme, uno alla volta, i modelli che ha ritenuto importanti per illustrare la storia della Società: molte prime edizioni, come ultime, ma anche edizioni speciali, auto utilizzate per trasportare autorità o per eventi commemorativi. Le ha raccolte in una Zona Franca della fabbrica a Barcellona in modo che anche nel futuro possano essere apprezzate. Adesso è diventata una vera e propria collezione di 317 auto vintage.