Addio a Charlie Whiting, il gentleman della Formula 1
18.03.2019 - in

Addio a Charlie Whiting, il gentleman della Formula 1

L’omaggio personale della nostra Chiara per l’addio ad una delle figure più di spicco del Circus della F1, il direttore di gara Charlie Whiting.

Ci sono momenti in cui scrivere è difficile, ma non riesco a fare a meno di dedicare un ricordo ad una persona speciale, che giovedì notte si è spenta improvvisamente, lasciando un vuoto incolmabile. Se ne è andato così, Charlie Whiting, il britannico direttore di gara della Formula Uno; se ne è andato in silenzio, in maniera riservata come lo era lui, uno dei pilastri del Circus che, dal 1977, seguiva la massima categoria, con una lunga carriera di tutto rispetto, passando dal ruolo di semplice meccanico a quello di figura chiave in FIA.

Charlie Whiting era un amico, un vero gentleman, fortemente rispettato nel paddock, uomo con un gran senso dell’umorismo e un cuore d’oro. Amava il suo lavoro come nessun altro al mondo e vi si dedicava anima e corpo. Era responsabile della sicurezza in circuito, del regolamento tecnico e sportivo, un punto di riferimento per team e piloti, oltre che ad occuparsi dello start di ogni GP. Più di una volta aveva confessato che, ancora oggi, l’essere “l’uomo dei semafori” lo faceva emozionare. Appena aveva un attimo, in quella sua vita frenetica, sempre su e giù dagli aerei, amava stare con la sua famiglia, con i suo i figli, per i quali è stato certamente un ottimo padre. Era fiero ed orgoglioso di loro e ne parlava spesso.

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Io e Charlie eravamo amici e ci sentivamo frequentemente, anche dopo aver lasciato io la Formula Uno: l’ultima volta mi aveva scritto meno di un mese fa, raccontandomi delle sue ultime vacanze e che non vedeva l’ora di tornare a Melbourne, in Australia, per dare inizio alla nuova stagione agonistica, con la sua gara inaugurale, weekend che purtroppo non ha potuto viversi, per via del destino crudele che l’ha strappato ai suoi cari prematuramente, a causa di un’embolia polmonare.

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Charlie aveva fatto della sua passione un lavoro ed era divenuto una delle personalità più influenti della F1: spesso criticato per le decisioni e le penalità inflitte ai piloti durante i weekend di gara, non ha mai perso le staffe e si è sempre mostrato disponibile e pacato in ogni situazione.

Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo come me, ha il privilegio di portare con sé il ricordo di una persona unica nel suo genere, umile, che ha vissuto al massimo fino alla fine, facendo ciò che amava.

Ricorderò sempre le lunghe chiacchierate nel suo ufficio in direzione gara, dove passava intere giornate, che lo vedevano impegnato al lavoro spesso fino a tarda sera, chiacchierate durante le quali mi ha sempre spronata a non arrendermi mai per raggiungere i miei obiettivi nel mondo dei motori, prettamente maschile. Amava la vita, viaggiare ed era sempre pronto a dare consigli e a farsi in mille per gli altri.

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La Formula 1, così come tutto il mondo del motorsport, perde una figura che difficilmente potrà essere rimpiazzata e che mi auguro verrà sempre ricordata per il grande contributo dato per migliorare ogni aspetto di questo mondo.

Ciao Charlie, buon viaggio…

Chiara