Si rompe la Lamborghini? Arrivano i Flying Doctors!
Il carbonio, il sesto elemento della tavola periodica, un non metallo che può assumere la forma più morbida come la grafite o la più dura, come il diamante. Presente in tutte le forme di vita organica, da anni ormai utilizzato anche nelle auto, specialmente quelle più performanti, come le Lamborghini.
Cos’hanno in comune le Lamborghini e le astronavi?
A Sant’Agata Bolognese usano il carbonio da più di 30 anni, dai tempi della Countach Quattrovalvole, nel 1983. Da allora, sono stati fatti passi da gigante. Lo racconta Maurizio Reggiani responsabile del dipartimento Ricerca e Svilulppo, anche a capo di Squadra Corse, che abbiamo incontrato a Misano.
“Il salto di qualità risale al 2008, con l’Aventador. Per realizzare la monoscocca in carbonio della nuova V12, Lamborghini fece una partnership con la Boeing, la FAA (Federal Aviation Administration) e l’Università di Seattle (Washington, Stati Uniti), dove il professor Paolo Feraboli, bolognese, lavorava nel dipartimento di ingegneria aeronautica e astronautica“. Lo stesso professore che poi inaugurò l’Advanced Composite Structures Laboratory, conosciuto anche come Lamborghini Lab. Le sinergie con l’industria aerospaziale sono moltissime e i successivi continui perfezionamenti permettono di migliorare costantemente, sia le prestazioni che l’aspetto estetico delle Lamborghini. Dopo la Sesto Elemento, nel 2010, è la volta della Centenario, nel 2016, realizzata per celebrare il 100° anniversario del fondatore dell’azienda, Ferruccio Lamborghini, con la carrozzeria completamente in fibra di carbonio lucida a vista.
Il 2016 è anche l’anno in cui il Lamborghini Lab viene completamente rinnovato e include anche la Lamborghini Academy of Carbon Arts & Sciences, dove ci si occupa principalmente della tecnologia del Forged Composite®.
Quest’ultimo è un procedimento diverso da quello tradizionale fatto con fibre stese a mano, impregnate di resina e cotte in autoclave. Attraverso il Forged Composite® si realizzano parti in carbonio, anche dalle forme più complesse, con un procedimento industriale usando fibre cortissime stampate. La resistenza è solo di poco inferiore a quella del carbonio fatto a mano ma molto superiore all’alluminio e ha il vantaggio di essere molto veloce e poco costosa. A guardarlo, su un pezzo in carbonio Forged Composite® non si vede la trama del tessuto ma la superficie ha un aspetto asimmetrico perché la disposizione delle fibre è casuale.
Una monoscocca “integrale”
Che il carbonio sia un materiale fondamentale per Lamborghini si capisce anche dai numerosi brevetti che ha depositato, tra cui quelli relativi ai processi di realizzazione dei materiali basati sul carbonio come il Forged Composite®, il CarbonSkin® e il CarbonFlex® e le altre tecnologie innovative sull’Aventador LP 700-4, la cui monoscocca è di tipo “integrale”. A differenza di altre soluzioni, riunisce in un’unica struttura la cellula-abitacolo, il pianale ed il tetto della vettura, assicurando una altissima rigidezza torsionale e quindi massime prestazioni in termini di comportamento dinamico e di sicurezza passiva. Il modulo monoscocca pesa solo 147,5 kg! Automobili Lamborghini gestisce in proprio l’intero processo di lavorazione della fibra di carbonio: dalla progettazione 3D alla simulazione computerizzata, produzione, collaudo e controllo qualità e riparazione…attraverso l’impiego di Flying Doctors.
Problemi al carbonio della Lambo? Niente paura, arrivano i Flying Doctors
Sempre Reggiani ci spiega che l’accordo con la Boeing consente ad Automobili Lamborghini, tra le altre cose, di aumentare la conoscenza sulla capacità di riparare le scocche in caso di incidente. Appoggiare la scaletta alla porta degli aerei provoca sollecitazioni alla struttura in carbonio dell’aereo che, spesso, può provocare danni agli aeromobili. Boeing aveva istituito la figura dei “Flying Doctors”, gli specialisti del carbonio che arrivano dove c’è il problema e riparano il materiale. Lamborghini ha fatto lo stesso. I Flying Doctors della Casa del Toro, certificati dalla Federal Aviation Administration (FAA) arrivano ovunque vi troviate.
Portano con loro un’attrezzatura che usa i raggi X e gli ultrasuoni. Fanno la diagnosi del danno, individuano la zona da riparare, procedono alla laminatura del nuovo carbonio e poi fanno una nuova scannerizzazione per vedere se c’è continuità. Ma i Flying Doctors non devono solo essere molto preparati, nel loro lavoro ci vuole tantissima pazienza e la capacità di lavorare sotto pressione. Nel 2014 lo standard di riparazione di vetture in fibra di carbonio è stato definito per la prima volta da Automobili Lamborghini in collaborazione con il TÜV. In seguito Lamborghini ha ottenuto la certificazione come prima azienda Automotive al mondo.
Una certificazione che è stata rinnovata anche quest’anno ed è stata estesa anche a Lamborghini Squadra Corse, la divisione Motorsport di Automobili Lamborghini che gareggia nei campionati Lamborghini Super Trofeo e GT3.