Hyundai Kona diesel, il gasolio dice ancora la sua

Look

Esteticamente Hyundai Kona è l’auto più riuscita del marchio. Si tocca con mano la moderna era del brand coniugata finalmente con la sportività di Hyundai, da anni ormai sotto i riflettori… (sentito mai parlare di wrc?).

 

Grintosa la calandra, incrementate da prese d’aria qua e là – pronte a dare una impronta inedita e completamente europea al nuovo crossoverino di Casa -,  Kona mostra di non aver niente ha da invidiare ai grandi come Santa FE, nata a processo inverso per la Corea e poi esportata in tutto il mondo.

Tra le piccole, infatti, ora il b-suv è pronto a dire la sua con una commercializzazione a tutto tondo: ibrida, elettrica, benzina e diesel.

Carattere

Troviamo opportuno iniziare a parlare della motorizzazione scelta: il 1.6 da 136 cv.

Il diesel corre ancora tanto in Italia nel nuovo. Nell‘usato continua ad essere una mano santa a causa dello smarrimento continuo della clientela che non sa più cosa scegliere per tutelarsi.

Dunque, alla luce di tutto ciò, abbiamo testato quello che ad oggi appare la scelta più comune e accessibile a tutti, considerando i listini di partenza più economici, ma anche la mancanza di un’infrastuttura capillare per la ricarica in molte regioni, che permette di non usufruire delle versioni alla spina.

Iniziamo col dire che il 1.6 litri di cui dispone la Hyundai Kona è conforme alla norma Euro 6D Temp, e dunque può circolare nei comuni dove vige il divieto di circolazione per i Diesel precedenti.

La potenza di 136 cavalli con una coppia di 320 Nm (da 2.000 giri) associati a una massa di 1422 kg rendono il modello brillante e scattante, in grado di sopravvivere alla giungla urbana, ma anche e sopratutto di cimentarsi nei viaggi lunghi, considerato il 4×4 della versione in prova e la comodità di un doppia frizione automatico.

 

Tutto questo senza cambiare modo di guidare. Perchè in caso stiate preventando di passare ad un’auto a batteria anche di questo bisogna tenerne conto.

In tutte le auto ibride la lancetta che oscilla tra Charge (ricarica) e Power (benzina) è una prassi: permette al guidatore di tenere sotto controllo il pedale, certo, anche se quando ti piace guidare, ecco, forse, tante cose non vorresti neanche saperle.
Con l’auto a motore termico di tutto questo controllo non ne hai bisogno.

Schiacci e vai (tre modalità a scelta comfort eco e sport). Da qui la sorpresa: i consumi che arrivano anche a 18,5 km/litro. Merito di tecnologie raffinate che danno il benservito al dieselone di una volta, aprendo una nuova prospettiva ai chilometristi.

Tecnologia

A completare una dinamica di guida ottimale, il sistema 4×4 on demand: distribuisce fino al 50% della coppia al posteriore ed è in grado di bloccare il differenziale centrale (a velocità inferiori ai 40 km/h). Insomma, sulla carta tutto il necessaire per un piccolo e puro fuoristrada… con tanto di bussola!

Facilita la vita, una volta in città, invece il Safety pack, (+800 euro da listino): comprende il sistema anticollisione frontale con riconoscimento veicoli e pedoni, allarme angoli ciechi, avviso collisione posteriore e specchi ripiegabili elettricamente.

Comfort

Considerando il passo in avanti del marchio fatto con questo modello, dimentichiamo pure plastiche cheap o sedili che dopo qualche chilometro richiedono pratiche da contorsionista. I tecnici ce l’hanno messa tutta per mettere a punto una vetturetta che ti facesse sentire a casa, in termini di spazio e comfort, e nel contempo non fosse un’altra pesante rata del mutuo da estinguere mensilmente.

Comoda la posizione al volante: ora ergonomica, con la possibilità di head up display per facilitare il controllo della strada.

Il bagagliaio di 361 litri permette di caricare 2 trolley medi in piano, a tutto vantaggio dei passeggeri che siedono dietro: hanno abbastanza spazio per rilassarsi senza avere le ginocchia in bocca, come spesso succede sui “b-suv a tutti i costi”: leggasi crossover “da città”, anche se chi ama le sfide poi è pronti a portarli ovunque.