FIA Girls on Track e Dare to be Different per avvicinare le ragazze al motorsport
05.11.2019 - in

FIA Girls on Track e Dare to be Different per avvicinare le ragazze al motorsport

Lo scorso weekend l’autodromo “Piero Taruffi” di Vallelunga, ha accolto uno degli appuntamenti dei FIA Motorsport Games: la prima edizione delle Olimpiadi degli sport automobilistici che arriva in Italia, dove 176 piloti in rappresentanza di 45 nazioni, suddivisi in 18 team, si  sono sfidati in sei discipline automobilistiche: GT, Touring Cars, Formula 4, Drifting, Motorsport digitale, Slalom di kart. In apertura di questo evento è stata organizzata una giornata dedicata alle giovani donne, di età compresa tra gli 8 e i 18 anni: FIA Girls on Track, con l’obiettivo di far conoscere il mondo del motorsport, prettamente maschile, anche alle ragazze e diminuire sempre di più il divario di genere.

Ancora troppo poche le donne nel motorsport

La percentuale di donne nel motorsport è veramente bassa: circa il 5% dei partecipanti alle competizioni è di sesso femminile. Lo stereotipo del pilota non è di certo quello di avere i capelli lunghi e lo smalto sulle unghie, ed è proprio questo il preconcetto che si deve abbattere. Nel corso degli anni, le donne hanno dimostrato di poter competere alla pari con i colleghi uomini in quasi tutti gli ambiti. Anche nelle gare di motorsport ci sono molte donne che hanno portato a casa risultati eccellenti, battendo contro ogni previsione il sesso opposto. Alcune di loro stanno concorrendo proprio nei FIA Motorsport Games, come Belen Garcia e Jessica Backman.

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FIA Girls on Track and Dare to be Different

Obiettivo di questa iniziativa, promossa dalla FIA in collaborazione con l’associazione no profit “Dare to be different” fondata da Susie Wolff, è quello di avvicinare già dalla giovane età le donne al mondo automobilistico, mostrando le diverse carriere che si possono intraprendere nel settore, sia dentro che fuori la pista, e facendole prendere confidenza con la guida e con i motori.

Noi di Donne in auto siamo state entusiaste dell’invito a questo evento, gratuito e aperto sia alle famiglie che alle ragazze delle classi di scuole medie e superiori, ed entusiaste lo sono state anche le tante bambine e ragazze che hanno partecipato, travolte positivamente dalle numerose attività. E’ stato proposto il motorsport in tutte le sue forme, coinvolgendo le partecipanti non solo nella pratica del karting e dei simulatori, ma anche in un programma educativo, sia sulla sicurezza stradale sia per aspirare a professioni come ingegneri, addette stampa e giornaliste, con la stimolante partecipazione di Stella Bruno, giornalista sportiva della Rai, che ha spiegato accuratamente come funziona il mestiere, creando un dibattito con le ragazze. Riguardo l’argomento delle donne nel motorsport ci dice:

“La difficoltà di cominciare c’è per una donna, sia per gli sponsor e sia perché vengono avvicinate troppo tardi a questo mondo rispetto agli uomini. Se ci fosse il tempo di farle crescere sarebbe più facile vederle arrivare in alto, e se dovessi dare un consiglio a tutti i genitori è quello di non precludere ad una figlia femmina la possibilità di scoprire il motorsport.”

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Superare gli stereotipi: si può!

Queste giornate, che si sono svolte in tanti altri Paesi oltre che in Italia, hanno riscosso molto successo e sono state la dimostrazione che, volendo, si possono cambiare le cose. Le giovani donne che abbiamo seguito durante tutto l’evento hanno cambiato in poche ore il loro pensiero e il loro interesse riguardo il motorsport. Inizialmente erano perplesse, un po’ timide e impacciate, ma poi le abbiamo viste fare a gara per guidare per prime il simulatore o il kart, con un bel sorriso stampato in faccia, facendo registrare anche tempi niente male.

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Hanno fatto inoltre simulazioni di interviste, immedesimandosi in giornaliste e in pilote, tirando fuori tanti argomenti interessati, e dimostrando che alla fine, in quel mondo, ci si trovano benissimo. Insomma, le donne se vogliono possono fare qualsiasi cosa, anche salire in macchina e battere un uomo sul tempo, dopotutto con il casco in testa non si nota più la differenza! L’importante è non precludere loro lo spazio, non considerarle incapaci in partenza ed entrare nell’ottica che le corse possono essere interessanti per un uomo, come per una donna.

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