Viaggio in casa Volkswagen: ecco dove si trova il regno del “tetto in tela”
27.03.2020 - in

Viaggio in casa Volkswagen: ecco dove si trova il regno del “tetto in tela”

Appena presentata sul mercato italiano, la T-Roc Cabriolet, il primo SUV a “a cielo aperto” di casa Volkswagen, viene prodotto ad Osnabrück, uno stabilimento è unico nel suo genere. Scopriamolo insieme.

C’era una volta ad Osnabrück, cittadina tedesca della Bassa Sassonia, una piccola officina di riparazione di carrozze e biciclette fondata nel 1901 da Wilhelm Karmann, un imprenditore che ben presto si rese conto del forte impatto che avrebbe avuto l’industria automobilistica alle prime armi. Nel 1902 passò dal tradizionale mezzo trainato da cavalli alla vera e propria carrozzeria a 4 ruote, divenendo nel giro di poco tempo il re indiscusso delle automobili decappottabili in Germania. Nacque così la “Wagenfabrik Wilhelm Karmann”.

Tutto ebbe inizio con un brevetto

Grazie alla registrazione del suo brevetto relativo al primo meccanismo pieghevole per la copertura delle autovetture, Wilhelm Karmann posò la prima pietra di quella che era destinata a diventare una vera e propria rivoluzione nella produzione delle automobili scoperte. Era il 1913 e l’azienda aveva già alle spalle una solida esperienza nella produzione di scocche per le prime automobili, quando iniziarono a pervenire numerose richieste da parte di diverse case automobilistiche quali Opel, Mercedes-Benz, Buick, Chrysler, Chevrolet, Hansa e Citroën.

Poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale Wilhelm Karmann Senior e Junior strinsero contatti sempre più stretti con Volkswagen che divenne ben presto il suo principale committente, partendo proprio da quella che diventerà un’auto leggendaria, un’icona senza tempo: il Maggiolino Cabriolet.

La nascita del Maggiolino Cabriolet made by Karmann

La leggenda narra che il primo incarico per la produzione della versione Cabriolet del Maggiolino fu affidato ad un’altra carrozzeria tedesca, quella del signor Hebmüller che però, dopo l’iniziale gran successo dimostrò esagerata spavalderia. Tale comportamento non venne visto di buon occhio da Volkswagen che a quel punto, approfittando di un grande incendio che distrusse completamente la fabbrica di Hebmüller, non rinnovò la commessa e fece costruire le vetture solo alla Karmann.

Detto fatto: dal 1949 al 1980 partì ad Osnabrück la produzione che arrivò a 331.847 Maggiolini con il tetto in tela, auto che divenne simbolo della rinascita della Nazione e consacrò definitivamente Karmann come assoluto specialista nella realizzazione di decappottabili e di modelli di piccola serie.

Volkswagen Karmann-Ghia: la tedesca dallo stile italiano

Nel 1952 il vecchio signor Karmann morì e le redini dell’azienda furono prese dal figlio Wilhelm Junior, che continuò sulla stessa strada iniziata dal padre. Negli anni seguenti, grazie all’amicizia con Luigi Segre, uno tra i più grandi disegnatori di auto, nonché proprietario della carrozzeria italiana Ghia, prese l’avvio il progetto Karmann Ghia. Wilhelm Karmann Junior propose il primo prototipo della Karmann Ghia Coupé (la Typ 14) al Direttore Generale della Volkswagen, che ne rimase profondamente colpito e accettò di dare il via alla produzione proprio ad Osnabrück. Il primo esemplare della Volkswagen Ghia vide la luce nel 1955 e, a partire dal 1957, seguì anche la versione con tetto in tela, tipicamente “Karmann style”.

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Vettura affascinante che ha sempre fatto la sua bella figura incarnando l’eleganza dello stile italiano, spinta dalla versione più potente disponibile del motore boxer raffreddato ad aria di Wolfsburg. Le prestazioni crebbero dai modesti 30 CV del 1955, ai 50 CV del 1.600 cc nel 1974. Furono prodotte 362.601 Karmann Ghia Coupé e 80.881 versioni cabrio protagoniste anche di parecchie pellicole, già a partire dagli anni ’60, come nel “Il laureato”, “Magnum P.I”, “Star Trek IV- Rotta verso lo terra”, “Calibro 38” ma anche in alcune serie TV come tra le altre, le più conosciute “Starsky & Hutch” e Beverly Hills 90210.

Dopo il Maggiolino è la volta della Golf Cabriolet

Dopo un positivo periodo di successo a partire dalla fine degli anni ’60 in cui Karmann realizzò anche le auto da spiaggia basate sul pianale del Maggiolino, (i cosiddetti “dune-buggy” chiamati per l’occasione “buggy Karmann GF”), la società entrò anche nel mondo del lusso con la produzione della Audi 100 per la casa di Ingolstadt ed insieme a Volkswagen e Porsche sviluppò la “Volksporsche” 914/4.

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Per Volkswagen era giunto ormai il tempo di lanciare un nuovo modello e nel 1974 arrivò il successore del Maggiolino: la Golf. Vuoi a quel punto non pensare anche ad una versione Cabriolet della nuova nata? Certo che si! Ed ecco che arrivò sul mercato il famoso “Cestino di fragole”! No non sono impazzita, la Volkswagen Golf I Cabriolet la chiamavano scherzosamente così. Ovviamente c’è un motivo. Per poter introdurre sul mercato un’auto del genere fu necessaria una pesante rivisitazione chirurgica dell’abitacolo, che doveva obbligatoriamente presentare un montante centrale: ecco quindi la scelta di optare per un roll bar tra le due file di sedili, che sembrava proprio il manico di un cestino di fragole, questo frutto zuccherino dall’ottimo profumo, tanto apprezzato nella stagione estiva; un po’ come doveva essere un’auto del genere! Certo il paragone al cestino è forse un po’ declassante, ma le fragole sono decisamente le più indicate a rappresentare questa versione cabriolet tutta da assaporare!

Negli anni a seguire la Golf in versione cabriolet divenne la più venduta al mondo.

Fine di un’era e la rinascita con Volkswagen

Tra il 2001 ed il 2009 Karmann non se la passò molto bene anche e soprattutto per via del fatto che la maggior parte delle case aveva iniziato a costruirsi i modelli più piccoli internamente e perciò non avevano più necessità di appoggiarsi alla carrozzeria.

Fortunatamente Volkswagen decise di fondare la Volkswagen Osnabrück GmbH e risollevare la produzione dando il via ad un’ulteriore serie di grandi successi come una nuova Golf Cabriolet nel 2011, la Porsche Cayman del 2012, (con il brand che ha trasferito a Osnabrück la produzione di questa sportiva), il progetto della XL1 nel 2014 e della T-Roc Cabriolet, prima vettura decappottabile del marchio VW, prodotta a partire dal dicembre 2019.

Storia, grande esperienza ed innovazione destinate a proseguire chissà con quanti altri modelli per gli amanti del vento tra i capelli.