Volkswagen Golf GTI: evoluzione storica di un mito
15.04.2020 - in

Volkswagen Golf GTI: evoluzione storica di un mito

Immaginatevi una scena alla “Quattro amici al bar” di Gino Paoli: luce soffusa, leggera musica di sottofondo, qualche birretta, due tartine sul tavolo e non quattro amici a dire il vero, ma uno in più. In realtà non siamo nemmeno in un bar, ma a casa dell’allora Responsabile Ufficio Stampa e P.R. della Volkswagen Anton Konrad e gli invitati sono niente poco di meno che quattro dei più importanti esperti di quegli anni della casa di Wolfsburg.

Motivo dell’incontro? Non di certo una seratina di svago, ma una tavola rotonda per definire il miglior progetto per dar vita ad una versione sportiva del modello tanto amato della Golf “tradizionale”. Un’auto sportiva ma misurata, perfetta per fare la spesa, ma che all’occorrenza sappia dire il fatto suo anche in pista.

Nonostante qualche iniziale incertezza in casa Volkswagen, soprattutto relativa al fatto che un modello del genere possa incoraggiare comportamenti poco consoni al volante, il battesimo della nuova nata, destinata a divenire un mito nel mondo dell’auto, non tarda ad arrivare e nel 1976 ecco che approda sul mercato la prima versione della Golf GTI.

La prima di una lunga serie di successi di cui vogliamo raccontarvi. Successi e soddisfazioni non da poco dire: pensate che nel 1991 ad un semaforo in quel di Roma, una GTI si è addirittura permessa di sverniciare una Ferrari 348 gialla, guidata da un certo Luca Cordero di Montezemolo. L’avrà presa bene?!

La Golf GTI prima serie è anche donna

Dal 1976 al 1983 vengono prodotte ben 462.000 Golf GTI prima serie. La capostipite che ha dato il via ad una generazione di ben 8 serie complessive e che fino ad oggi ha venduto ben 2 milioni di unità.

La primissima GTI oltre che alle prestazioni, deve il suo successo anche ad una rappresentante del gentil sesso, Gunhild Liljequist, la prima donna a lavorare nel Design Volkswagen sin dal 1964. E’ lei che ha progettato gli interni di questa prima Golf GTI. Per il rivestimento dei sedili si è ispirata ai tessuti di alta qualità con fantasie a quadri che aveva scoperto durante i suoi viaggi in Gran Bretagna, mentre per il pomello del cambio ha avuto un’idea, tanto geniale quanto simpatica, di metterci una bella pallina da golf.

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Caratteristiche che contraddistinguono la prima Golf GTI e che la rendono una sportiva doc. Intanto la linea color rosso Marte sulla calandra, colore che viene poi ripreso anche nei dettagli interni, dalla strumentazione alle decorazioni sulle portiere; ci sono poi lo spoiler anteriore di dimensioni maggiorate rispetto alla Golf “classica”, le modanature in plastica sui passaruota e la cornice nera opaca del lunotto posteriore. Ovviamente non solo dettagli estetici ma anche un potente motore 1.6 benzina 110 CV a iniezione elettronica (che diventa 1.8, 112 CV dal 1982) e prestazioni non da poco che permettono alla vettura di raggiungere i 100 km/h da ferma in soli 9,2 secondi, con una velocità massima di 182 km/h.

Nel 1983 arriva anche l’edizione speciale della GTI “Pirelli”, ovviamente equipaggiata con i suddetti pneumatici e che ha permesso di continuare a cavalcare questa grande onda di successi.

Seconda serie più “pepata” dal 1984 al 1991

Gli ingredienti di base non cambiano particolarmente, ma c’è sicuramente più pepe nella seconda serie della Golf GTI rispetto alla prima. Pepatura extra che si sente soprattutto sotto il cofano: dopo essere partiti con lo stesso 1.8 da 112 CV degli ultimi esemplari della prima serie, passando a nuovi motori dai 107 fino a 160 CV, nel 1986 in casa Volkswagen introducono un nuovissimo propulsore. 16V, quattro valvole per cilindro e 139 CV che permettono a questa compatta sportiva di arrivare fino ai 208 km/h.

Assetto più basso di 10 mm, sedili sportivi, cielo nero e volante a quattro razze con i quattro pulsanti rotondi del clacson: un mix di seppure piccole variazioni che la rendono di certo ancora più aggressiva.

Merita un discorso a parte la Golf GTI G60 con compressore volumetrico arrivata nel 1990, anche piuttosto rara nel nostro Paese ed un prezzo non proprio economico da 32 milioni di lire. Trazione anteriore, motore 1.8 da 160 CV e fino a 219 km/h di velocità massima.

Terza e quarta serie: connubio di eleganza e sportività

Dal 1991 al 1997 e poi dal 1998 al 2003 si sono susseguite le produzioni della terza e quarta serie. Che cosa c’è di più rispetto al passato? Un fattore chiave: l’eleganza. E unita alla sportività su una vettura non fa per nulla male! Sempre a ribadire che anche l’occhio vuole la sua parte: dopotutto una donna intelligente se è anche bella è decisamente da sposare no?!

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Motore benzina 2.0 due valvole per cilindro da 155 CV per la terza edizione al lancio, sostituito poi da un 16V da 150 CV, mentre per la quarta serie, sono state proposte diverse motorizzazioni a partire dai 110 CV del TDI, ai 170 CV del potente benzina 2.3 a cinque cilindri.

La quarta generazione porta con sé ulteriori segni distintivi quali i mitici cerchi in lega BBS, i fari posteriori bruniti ma anche i sedili sportivi anatomici della Recaro.

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Ad arricchire le proposte indirizzate al pubblico, nel 1996 per celebrare i 20 anni dalla nascita della GTI viene presentato il modello GTI Edition 20, con cerchi in lega BBS e tre differenti motorizzazioni; 2.0 115 CV, 2.0 16V 150 CV e, per la prima volta, un 1.9 TDI da 110 CV dalle elevatissime prestazioni. Pensate, da 0-100 km/h in 10,3 secondi e 193 km/h come velocità massima; niente male per un diesel!!!

Non da meno con la quarta edizione quando si sono raggiunti i 25 anni di età del modello GTI: ecco che esce la GTI Edition 25 a produzione limitata a soli 3.000 esemplari. Una bellezza a tutto tondo per i fortunati che hanno potuto possederla, in grado di raggiungere niente poco di meno che i 222 km/h.

Quinta serie: ritorno alle origini e un cambio tutto nuovo.

La quinta serie é su strada dall’autunno del 2004 fino al 2008. Si torna alle origini reintroducendo il profilo rosso sulla calandra anteriore ed i sedili tipici a quadri. Un motore dedicato 2.0 TFSI turbo a benzina da 200 CV ed un nuovissimo cambio a doppia frizione DSG 6 rapporti.

Anche le prestazioni cambiano ed in meglio: da 0 a 100 km/h in appena 6,9 secondi ed una velocità massima di 233 km/h.

Non manca la versione speciale per il 30esimo compleanno, nel 2006, la GTI Edition 30 monta un motore con ben 230 CV, così come l’ulteriore versione “Pirelli” uscita nel 2007 in omaggio alla prima omonima generazione.

E siamo a sei…Giù anche la capotte!

Dal 2009 si passa alla sesta generazione con la quale sull’onda dell’entusiasmo, nel 2012 arriva anche la versione cabriolet. Ancora più cool, ancora più chic, con una capotte elettrica in tessuto, capace di ripiegarsi nell’apposito vano in 9,5 secondi, anche in marcia, fino ad una velocità di 30 km/h. Tale versione poco si discosta da quella

“chiusa” per quel che riguarda prestazioni e velocità massima che risultano leggermente inferiori. Si parla nel dettaglio di un motore 2.0 TSI da 210 CV e 280 Nm, in grado di fare da 0 a 100 km/h in 7,3 secondi e di raggiungere i 237 km/h di velocità massima per la cabriolet; mentre la chiusa permette un’accelerazione 0-100 km/h in 6,9 secondi e massimo 240 km/h.

Poteva mancare poi l’ennesima serie speciale? Assolutamente no! Ecco quindi la GTI Edition 35 con motore 2.0 TSI portato a 235 CV, capace di toccare i 247 km/h di velocità.

Gli anni della settima serie e…del record

2013-2020 gli anni della penultima nata GTI fino ad oggi, la settima serie che arriva inizialmente in due varianti: una da 220 CV ed un’altra da 230 CV. Si passa poi ai 245 CV con l’aggiornamento della “Performance” e persino ai 290 CV della Golf GTI TCR, edizione speciale del 2019.

Novità il nuovo bloccaggio del differenziale all’asse anteriore, ma più di tutto mi piace ricordare l’uscita nel 2016 della Clubsport. Forse la GTI più GTI di tutte per eccellenza, quella che secondo me, anche paragonata alle serie che l’hanno preceduta, non ha sicuramente nulla da invidiare rispetto ad altre auto della concorrenza degli stessi anni, quelle che fino ad allora erano state un po’ più “pistaiole” come la Honda Civic Type R o la Renault Megane RS. Belli il paraurti ridisegnato ed il grande spoiler sul posteriore quasi a dire “guarda che non scherzo!”. 265 i CV a disposizione che con la funzione “boost” salgono fino a 290 con 250 km/h di velocità massima. Un’auto che la dice lunga per quel che riguarda le prestazioni e capace con l’edizione limitata a 400 esemplari della Golf GTI Clubsport S da 310 CV di infrangere il record sul giro per vetture di serie a trazione anteriore sul circuito Nordschleife del Nürburgring, con un crono di 07:49:21.

Ottava serie: la massima evoluzione della specie

Presentata da poco, è tutto fuorché noia. In occasione del suo 44esimo compleanno la Golf GTI si è rifatta il look: dagli esterni agli interni e soprattutto per quel che riguarda la tecnologia a bordo.

I cambiamenti si vedono prima di tutto guardandola all’anteriore, con la presenza di un listello della calandra illuminato e fari fendinebbia a LED disposti ad X. Non manca ovviamente la tipica linea rossa sulla calandra e nemmeno il badge GTI, rigorosamente rosso anche quest’ultimo, come anche il pulsante di accensione start/stop. Generose prese d’aria e minigonne a contrasto nere nelle fiancate, mentre al posteriore i doppi scarichi sono decisamente un must.

I progressi più elevati riguardano la tecnologia costituita principalmente dalla nuova l’interfaccia totalmente digitale Digital Cockpit ed i servizi We Connect che introducono a bordo streaming, web radio e ulteriori funzionalità online.

L’ultima serie di una segmento C sportiva quanto basta per far innamorare tutti gli amanti del marchio e non solo. E di certo la sua storia non finirà qui!