
Crollano le vendite di auto in aprile. Al #FORUMAutomotive tante idee per ripartire
Tanti i temi toccati in occasione del #FORUMAutomotive che si è svolto in modo virtuale dallo studio televisivo di “Safe Drive” a Milano, con Pierluigi Bonora che ha condotto i lavori, coadiuvato da Geronimo La Russa, avvocato e Presidente dell’Automobile Club di Milano. Numerosi ospiti intervenuti in videoconferenza, provenienti da tutta la filiera dell’auto che hanno dimostrato unità di intenti per superare questo momento così difficile.
Un mercato paralizzato
Oggi alle 18 ci saranno i dati definitivi del settore auto in aprile ma si stima che in Italia si registrerà il -98% di vendite. Mario Duse, Managing Director di AlixPartner,s snocciola dati globali che fanno venire i brividi: dal minimo toccato nel 2009, con 64 milioni di auto vendute, si è toccato il picco nel 2017, con 94,3 milioni di auto. Il 2020 vedrà un crollo globale tra il 21 e il 28% con vendite tra i 63 e i 70 milioni di veicoli: in pratica ci si rimangia la crescita degli ultimi dieci anni. La crisi è arrivata in un momento in cui il settore era già sotto stress, specialmente in Italia dove si prevede che la perdita dei volumi sarà tra il 34 e il 43% e le auto vendute saranno tra 1,2 e 1,4 milioni di veicoli, in netta discesa dai precedenti 2,1.
Ci sarebbe bisogno di una maxi rottamazione per velocizzare la ripresa e non far toccare un punto di non ritorno per tanti operatori. Nel frattempo quello che è indubbio è che la mobilità post-coronavirus vedrà l’auto privata come mezzo favorito e, se da maggio a luglio ci potrebbero essere meno problemi perché le scuole sono ancora chiuse e la ripresa sarà lenta, per settembre bisogna avere un piano, altrimenti ci potrebbe essere una forte crisi nel trasporto, come ricorda Marco Bocciolone del Direttore Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano. Basti pensare che se anche ci fosse un aumento del 10% delle auto che girano a Roma, la città sarebbe completamente bloccata, come ricorda Roberto Sgalla, ex prefetto ed esperto in sicurezza stradale. Geronimo La Russa sottolinea che bisogna
“facilitare la fruizione dell’auto privata per rendere le strade più libere. Con Milano e Roma che pensano di risolvere il problema della riduzione fino al 75% della capienza del trasporto pubblico con biciclette classiche e a pedalata assistita, restringendo le carreggiate e dipingendo piste ciclabili non otterremo altro che nuovi ingorghi, ed è esattamente l’opposto di ciò che invece secondo noi è da fare. L’uso dell’auto non sarà un capriccio ma una necessità. Per questo motivo sarebbe più utile pensare a tariffe agevolate per i parcheggi”.
Si potrebbero lasciare spente le aree B e C e aumentare le aree destinate ai parcheggi.
Proprio relativamente ai parcheggi Paolo Scudieri, Presidente ANFIA e proclamato in questa occasione “Personaggio dell’anno 2020 di #FORUMAutoMotive”, ha tenuto a sottolineare come al Governo non possa sfuggire “l’importanza di un settore che conta 5.700 aziende e assicura un gettito di 76 miliardi di euro ogni anno. La parola chiave deve essere sburocratizzazione, togliendo i vincoli che mortificano gli imprenditori, come gli assurdi cavilli che rendono la costruzione di parcheggi, compresi quelli intermodali, l’impresa più complicata del mondo”. Tutte soluzioni interessanti che, come dice Bonora, devono portare ad un utilizzo dell’auto con responsabilità e consapevolezza.
Non riaprono i negozi di biciclette, ma si punta sulle due ruote: il paradosso, ma non è l’unico!
Pierfrancesco Caliari. direttore generale di Confindustria Ancma, l’associazione che raggruppa i produttori di veicoli a due ruote, fa notare che il decreto appena presentato ha dimenticato proprio le biciclette sulle quali conta così tanto. “Non se ne parla, ed è paradossale che il 4 maggio non riapriranno nemmeno i negozi di biciclette. Quello che serve è un nuovo modello di intermodalità, ma deve essere un piano studiato e condiviso; non si può decidere per ideologia o per sentito dire”.
Altro aspetto paradossale è quello relativo alle revisioni, di cui parla Toni Purcare, Presidente Dekra Italia. Le revisioni di marzo, aprile, maggio e giugno slittano a ottobre. Si tratta di 6.700.000 pratiche alle quali vanno aggiunte quelle in scadenza a ottobre che sono altri 1.300.000: totale circa 8.000.000 revisioni autoveicoli. Il sistema è in grado di assorbirne “solo” 4 milioni, quindi saranno in circolazione 4 milioni di auto non revisionate. Non serve nessun altro commento.
Come cambierà il trasporto pubblico
Interviene anche Antonio Bobbio Pallavicini, vicesindaco di Pavia e presidente del Dipartimento Mobilità e Trasporti di ANCI Lombardia, consapevole del fatto che in questa regione sia concentrato il 20 per cento dei trasporti nazionali. Viaggiare sui mezzi pubblici non sarà più come prima e ancora tante domande non hanno risposta su questo argomento. Come garantire il distanziamento? Chi controllerà che vengano usate le mascherine? Come verranno gestiti gli accessi?
“Bisogna da subito monitorare spostamenti e flussi per comprendere come cambierà la mobilità partendo dalla prossima fase che può essere considerata uno e mezzo. Il Governo ha idee confuse, nelle città ci saranno cambiamenti importanti e molti rischiano una vita impossibile, poiché i tempi non coincideranno con quelli della famiglia. Mentre serve un mix che sostenga e renda i cittadini liberi, senza criminalizzare l’auto”,
ha osservato Bobbio Pallavicini che invita anche alla creazione di un fondo per le aziende del trasporto pubblico che avranno un calo pari al 35% delle entrate.
Psicologia e sicurezza dopo il coronavirus
Al #FORUMAutoMotive sono stati analizzati anche gli aspetti legati al rientro a una parziale normalità dopo lunghe settimane di isolamento. Sotto l’aspetto psicologico tenere ben presente il rischio ossessione.
“Bisognerà fare i conti con paure e angosce – ha puntualizzato la dottoressa Francesca Maisano, psicologa e psicoterapeuta all’ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano – ma se la prima è contrastabile, il confronto con un nemico invisibile genera angoscia paranoidea, tipica dei disturbi psichiatrici, ma riscontrabile oggi anche in persone comuni”.
Mentre per quanto riguarda gli automobilisti, Roberto Sgalla, ex prefetto ed esperto in sicurezza stradale, ha voluto precisare che il comportamento dipenderà da come gli italiani hanno vissuto il periodo di clausura.
“Se siamo stati a casa solo per la paura del contagio o perché obbligati, il ritorno in strada potrebbe portare a comportamenti ancora più intolleranti. Se l’isolamento è stato dettato dalla responsabilità, allora forse non vedremo più i 3.000 morti l’anno sulle nostre strade”.
Oggi siamo quasi a zero incidenti perché nessuno va in giro in strada. Nel periodo 8 marzo 2019 – 20 aprile 2019 ci furono 203 morti su reti extraurbane e autostradali, nello stesso periodo, quest’anno: 44 morti. Anche nei centri urbani, nonostante il blocco, ci sono stati lo stesso incidenti anche mortali. Quattro i consigli di Sgalla:
- Incentivare acquisti di bici e monopattini elettrici ma senza legarli alla rottamazione
- Dare dignità e regolamentazione a questi veicoli (identificazione e assicurazione)
- Fornire rastrelliere per le città per rendere sicuro il parcheggio di questi mezzi
- Offrire la possibilità di portare e usare questi mezzi su mezzi pubblici, treni e altro.
- Avere di un mobility manager sia nelle aziende che nelle scuole.
Inquinamento e Coronavirus: le polveri sottili sono scese pochissimo
I dati ARPA raccolti tra il 22 febbrario e il 29 marzo rappresentano una fotografia che non deve sorprendere: la riduzione del 90 per cento del traffico a livello nazionale ha avuto effetti infinitesimali sull’inquinamento, come certificato da enti indipendenti. Ciò significa che 8 ore di blocco del traffico domenicale in una città non servono a nulla, ma anche che non si possono raggiungere obiettivi ambientali fermando il mondo.
All’incontro non sono mancati i preziosi interventi di uomini chiave del settore, che più di altri sono in grado di analizzare le possibilità di ripresa del mercato. Come Michele Crisci, presidente di Unrae, molto critico e allo stesso tempo propositivo.
“Oggi in Italia manca un piano di emergenza dei trasporti, ma l’aspetto più preoccupante è che non può esserci piano di emergenza se non esiste un piano strategico di base, che non c’è mai stato. Purtroppo nelle emergenze si lascia spazio a proposte e idee che non sono necessariamente calibrate con le necessità che arrivano, magari, da esperti, ma non del settore. Noi abbiamo sul tavolo numerose proposte articolate che tengono conto della sostenibilità, chiediamo di essere ascoltati”.
Presenti anche esponenti dei veicoli industriali, come Franco Fenoglio Presidente di Unrae Veicoli Industriali, che chiede che la rottamazione includa anche questa categoria. Un piano quinquennale è quello che auspica Gianandrea Ferrajoli, Vicepresidente di Federauto e Coordinatore Gruppo Trucks Rete commerciale dell’autotrasporto.
L’idrogeno come frontiera di lungo termine
Al #FORUMAutomotive si è palato anche di carburanti alternativi con Daniele Lucà, SVP Global Sustainable Mobility di Snam che è intervenuto presentando l’idrogeno come frontiera di più di lungo termine. Mariarosa Baroni, Presidente di NGV Italia, suggerisce che metano e biometano sono delle tecnologie già pronte economiche ed ecosostenibili. Anche secondo Alberto DOSSI, Presidente di SAPIO l’idrogeno uscirà bene da questa crisi sanitaria e fa l’esempio di Mercedes che investe su camion a idrogeno e la stessa Comunità Europea ci sta puntando molto con la Clean Energy Alliance. Sintesi di tutto questo è l’intervento di Cristiano MUSI, Amministratore delegato di LandiRenzo, che spiega di aver appena siglato accordo con SNAM per gas metano e idrogeno.
Conclusioni: più auto consapevole per tutti
Dalla crisi per il Coronavirus l‘auto esce sicuramente più “pulita” perchè tutti hanno preso consapevolezza che non sono imputabili a lei tutti i problemi relativi all’inquinamento mondiale. Ma il settore auto non si cullerà sugli allori per questo. Dal #FORUMAutomotive è uscita forte la richiesta per incentivi al settore e agli operatori ma anche la volontà di tutti di cogliere le opportunità che si stanno creando con questa crisi. Uno su tutti l’intervento di Teresio Gigi Gaudio, presidente di ICONA, che invita tutti a far leva sulle competenze per ritornare a fare la storia dell’automobile, proprio come fu nel passato. Questa è la buona occasione di creare delle vere Smart Cities e ha lanciato l’invito a tutti per fare squadra per costruire un nuovo avvenire.
Un invito da cogliere, magari proprio per dar vita a nuove Smart Cities dove l’auto non sarà ghettizzata ma complementare, utile e necessaria per avere una vera mobilità intermodale.