Il Passo dello Stelvio con un’Alfa Romeo Giulietta: prima strada da fare dopo il Coronavirus?
Questo è l’ultimo degli articoli che avete scritto voi. Ce l’ha mandato Davide Locatelli, ed è un giro in auto che ha fatto con la sua ragazza. Si tratta di una strada bellissima e l’ha raccontato con tanta passione. Potrebbe essere la prima strada da fare appena passa l’emergenza del coronavirus!
Buona lettura!
Di nome e di fatto: il Passo dello Stelvio è per eccellenza la strada carrozzabile piu’ bella d’Italia, infatti, non a caso, Alfa Romeo le ha dedicato una delle sue auto piu’ rappresentative (e che auto!).
Con molto entusiasmo io e con molto sonno lei (Erika, la mia ragazza), sabato 20 luglio decidiamo di regalarci un weekend fuori porta, per affrontare il Passo dello Stelvio prima e il Passo Gavia poi. Ore 7.00 ci mettiamo in marcia da Milano, a bordo della mia Alfa Romeo Giulietta, motorizzata 1.6 120cv diesel, direzione Sondrio, precisamente Bormio, dove alloggeremo. Strada fortunatamente libera dal traffico e, con molta attenzione agli autovelox e ai limiti di velocità, verso le ore 10.00 giungiamo a destinazione. Scarichiamo quindi i bagagli, una sciacquata di faccia al volo e via di nuovo in macchina verso il grande Passo.
Con macchina libera da ogni peso superfluo, usciamo da Bormio e iniziamo la salita per raggiungere La Cima Coppi. Il percorso della SS38 inizia subito ad entusiasmare la guida: montagne a destra e a sinistra, distese di erba e solo solo SOLO natura intorno a noi.
Per i primi 5/6km la strada è molto dolce, composta da curvoni gradevoli e con ottima visuale verso ogni direzione. Terminato questo tratto ci imbattiamo nei celebri tornanti che rendono famoso questo tragitto. Decido quindi di inserire la modalità “Dynamic” alla mia Giulietta, non per fare lo stupido e raggiungere velocità folli, ma per avere piu’ spinta in uscita dai tornanti. Al momento dell’acquisto di quest’auto ero un po’ scettico sulle modalità di guida di cui è composta, credevo che il DNA fosse principalmente un qualcosa per attirare solamente la clientela, ma a livello di guida pensavo non cambiasse molto. Invece mi sbagliavo; in “D” la macchina cambia nettamente, garantendo una spinta prontissima, uno sterzo decisamente piu’ rigido e i vari controlli vengono completamente disabilitati (c’è da stare attenti!). Avendo quindi l’auto impostata al meglio per affrontare questa tipologia di percorso, viaggio molto piu’ deciso, affronto i tornanti (non proprio tutti tutti..) con la seconda marcia inserita e l’entrata della turbina molto immediata, mi permette di salire in maniera davvero piacevole.
Siamo nel regno dei ciclisti e dei motociclisti, capitanati da Ducati Multistrada e BMW GS che mangiano letteralmente l’asfalto, quindi massima prudenza perché in confronto a loro siamo molto piu’ ingombranti.
Fortunatamente si respira aria di massimo rispetto per tutti e per tutto: macchine che accostano per far passare i gruppi di moto, massima prudenza nei tratti stretti e piu’ pericolosi, chi è piu’ lento rallenta per far passare quelli che lo seguono; insomma, si vedono situazioni che, purtroppo, in città non sono la prassi. Terminiamo la salita dalla parte Lombarda e arriviamo a toccare quota 2760 metri, raggiungendo il cielo presso Cima Coppi!!
Ci troviamo veramente nel paradiso dei motociclisti! Se ami le due ruote qui trovi di tutto: Supermotard, Supersportive, Naked, Enduro, Harley.. possiamo stare qua fino a domani ad elencare quello che c’è lassu’. Andate e vedrete!!!
Io sono piu’ per le quattro ruote, ma mi devo accontentare “solo” della presenza di un’Audi R8, un raduno di Mini Cooper, molte delle quali John Cooper, diverse Abarth, Porsche, un Ferrari 488 e via.. adoro tutto ciò!
La Temperatura e’ scesa bruscamente da quando eravamo a valle, si sta perfettamente. Abbiamo 12 gradi contro i 30 e passa che ci sono giu’, siamo a una quota molto alta, aria pulitissima, avvolti dalla natura, siamo a fine Luglio e abbiamo la neve!
La cima dello Stelvio è tutta li in 300 metri ma abbiamo tutto ciò di cui necessitiamo. E’ presente un ristorante, una banca con tanto di sportello bancomat, due o tre chioschetti che fanno Wurstel e crauti e negozi di souvenir. Io e Erika ci aggiudichiamo un panino bello carico e un piatto misto composto da ogni tipo di salsiccia e/o salamelle accompagnate ovviamente dai crauti. Posto a sedere in paradiso e ci godiamo a pieno il nostro pranzo.
Terminato uno dei pranzi, a mio avviso, piu’ paesaggistico che si possano fare, riprendiamo la macchina e ci avventuriamo verso le curve della sponda Trentina, le piu’ famose di questo passo, infatti spesso visibili in foto (quelle dietro il panino).
Questo lato richiede una guida molto piu’ tecnica rispetto alla sponda già affrontata, infatti le curve appena descritte risultano essere molto strette e, a volte, è necessario fermarsi per far passare le macchine che salgono. Troviamo uno spiazzo per fare qualche scatto ricordo solamente con noi e ciò che ci circonda.
Si sono fatte ormai le 16.30 circa, decidiamo quindi di rientrare a Bormio imboccando nuovamente la discesa verso il territorio Lombardo. Ecco di nuovo l’invasione di motociclisti e ciclisti, nello specifico questi ultimi vengono giu’ come dei pazzi, hanno un’andatura media di 65 km/h. Sempre massimo rispetto per tutti, un’oretta circa e siamo a casa.
Nuovo giro nuova corsa: domenica mattina sveglia medio-preso e per le 10.00 partiamo, direzione Ponte di Legno, con salita e successiva discesa per il Passo Gavia.
Siamo di nuovo in un posto magnifico, dove la natura fa da padrona. Neve in estate, distese di erba che ti illuminano gli occhi, montagne che ti tolgono il fiato, pioggia e poi sole: questo è il Passo Gavia!
Ci sentiamo emozionati e non possiamo non fermarci a fotografare questa meraviglia, quindi primo stop presso il Lago Bianco, a circa 20 minuti dalla partenza da Santa Caterina Valfurva.
Anche per questa occasione decido di viaggiare in modalità Dynamic, poiché la “potenza” richiesta è simile a quella del giorno precedente. Le curve non sono un problema, le salite e le discese nemmeno, il 1.6 MultiJet si comporta veramente bene. Unica osservazione la dedico alla qualità dell’asfalto, che in alcuni punti risulta essere veramente troppo irregolare e per le barriere assenti in diverse zone del passo che, ad alcuni visitatori, potrebbero rappresentare un problema dal punto di vista della sicurezza.
Saliamo ancora per 5 km circa fin che incontriamo loro:
Stambecchi selvatici, tra l’altro cuccioli, che pascolano nel loro habitat. Credo che non ci sia niente di piu’ bello che vedere un animale in libertà. Prima di procedere ci concediamo una piccola sosta in questo punto maestoso per altri scatti ricordo, viste simili non sono da tutti i giorni..
Rimetto in moto e giu’ verso Ponte di Legno con l’ultimo tratto che scende in maniera vertiginosa verso la provincia di Brescia, regalando gli ultimi scorci di piena natura prima di imboccare l’A4 direzione Milano.
L’ultimo pit-stop lo dedichiamo al pranzo e ci concediamo un bel piatto di tagliatelle panna e speck.
Sono ormai le 16.00 quando finiamo di pranzare e non ci resta altro che imboccare la strada per il rientro a casa.
Credo che un amante della natura e dei motori non possa trovare di meglio che posti simili per soddisfare le sue esigenze. Se ci aggiungiamo una discreta motorizzazione, magari con l’ausilio della turbina, e una buona cavalleria a seguito, un weekend del genere garantisce emozioni vere. Sono un ragazzo di 25 anni con la passione per questa tipologia di “avventure” e con la pelle d’oca quando ci si tuffa in questa magia.
Davide Locatelli – Milano.