
#FORUMAutoMotive: Milano e Roma tra due e quattro ruote per la mobilità della Fase 2
La Francia: esempio da seguire
In Italia: pochi incentivi e tanta confusione
In Italia non si è ancora varato un piano che arrivi in soccorso del settore auto e degli automobilisti, ma si sta modificando la viabilità in una città come Milano, in modo che sembra mettere un po’ in crisi gli spostamenti. “La nuova viabilità, con restringimento delle carreggiate, riduzione dei parcheggi e piste ciclabili promiscue e non dedicate – ha detto Bonora – hanno da subito mostrato di mettere in crisi gli spostamenti. Il traffico è già in affanno, e siamo solo al 30 per cento rispetto ai volumi standard, che cosa succederà a settembre?” Secondo La Russa, che dall’ufficio di Aci Milano proprio in corso Venezia, ha una vista privilegiata sul tracciato interessato dall’intervento, “ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale, perché sicuramente cambierà il modo di muoversi in città, ma occorre trovare un punto di equilibrio. Non certo con soluzioni realizzate frettolosamente, senza uno studio e in deroga al Codice della Strada. Nessuno critica i percorsi ciclabili, ma devono essere corsie vere, protette e non promiscue. E soprattutto devono essere realizzate di pari passo con la crescita del trasporto pubblico, come avveniva in passato”.
Diverso, e non potrebbe essere altrimenti, è il punto di vista di Marco Granelli, assessore a Mobilità e Lavori pubblici del Comune di Milano, secondo il quale “la linea di gestione era già stata approvata un anno fa, ma l’epidemia ha accelerato i processi. Tutto nasce dal fatto che se a fine 2019 oltre il 50 per cento degli spostamenti in città avveniva usando il trasporto pubblico, oggi questa percentuale è scesa sotto il 20 per cento. Per questo abbiamo avviato un programma straordinario che ci permetterà di realizzare 35 km di ciclabili, senza togliere posti per il parcheggio; abbiamo solo eliminato quelli irregolari in seconda e terza fila”. Granelli sostiene che il monopattino rappresenti un buono strumento, ma anche di “non avere mai detto di essere contro le auto. Siamo l’unico Comune ad avere investito 7 milioni di euro in incentivi per l’acquisto di nuove auto, e soprattutto approvato una delibera che fissa un piano da qui al 2030, che tra l’altro stabilisce che le recenti motorizzazioni Euro 6 D Temp, diesel comprese, non saranno incluse nei blocchi alla circolazione anche oltre quell’anno”.
Il timore che il modello milanese possa essere trasferito direttamente su Roma è per il momento scongiurato. Lo conferma Giuseppina Fusco, presidente di Automobile Club Roma e della Fondazione Caracciolo: “Nella Capitale la tendenza è quella di potenziare i trasporti pubblici, affiancando i bus turistici. Ma le biciclette a Roma sono usate solo per spostamenti brevi, rappresentano solo tra l’1,5 e il due per cento del totale, in funzione della stagione. Le auto, con le moto, continueranno a rappresentare una quota importante, circa il 58%, e penso che da oggi sia importante intervenire non solo sull’offerta, ma anche sulla domanda. Lo smart working ha la capacità di ridurre sensibilmente la richiesta di mezzi per lo spostamento urbano”.
Insomma il futuro in italia è tutt’altro che chiaro per il settore auto e per gli automobilisti. Probabilmente abbiamo proprio bisogno dell’arrivo del Next Generation Eu che ci dia indicazioni chiari di come gestire la mobilità del futuro.