Lotus Elise: un cerchio che inizia e finisce intorno a Elisa Artioli
19.09.2022 - in

Lotus Elise: un cerchio che inizia e finisce intorno a Elisa Artioli

Elisa Artioli aveva un destino segnato alla nascita. Suo nonno è Romano Artioli, appassionato di auto e imprenditore che, negli anni ’90, fu alla guida sia di Bugatti che di Lotus.

La prima e l’ultima Lotus Elise

La storia della Lotus Elise è un cerchio che si chiude intorno a Elisa Artioli.

Quando, nel 1995 fece il suo esordio la Lotus Elise, lei era una bimba di due anni e sbucò fuori dal telo della macchina alla quale Romano Artioli aveva dato il nome della sua nipotina.

“Nel 1993, quando sono nata, esistevi solo su un foglio di carta. Ancora nessuno sapeva che eravamo destinate a passare la vita insieme. Ero attaccata al tuo volante mostrando orgogliosa la mia maglietta con la scritta “I am Elise” e da lì non volevo più scendere. Mi sentivo nel mio mondo come mi sento oggi, quando sono con te, mi siedo e mi trovo a casa”.

Così inizia una lunga lettera che Elisa Artioli ha scritto quando, all’inizio di quest’anno, le hanno consegnato l’ultima delle 35.124 Elise mai prodotte.

Lei ha anche la prima, una Elise S1 silver. A quattro anni molte bambine ricevono in regalo la macchina di Barbie, lei invece ricette quella. Dono del nonno che è rimasto in garage fino ai diciotto, prima di poterla guidare.

Oggi ha ventotto anni e vive a Bolzano, come il nonno che però è mantovano di nascita. Ho avuto il piacere di incontrare Elisa in occasione della presentazione della Lotus Eletre, a Garage Italia a Milano. Lì era esposta anche l’ultima Elise, la sua. E’ la Final Edition in livrea Championship Gold. Un colore non casuale che riprende i toni dorati della Lotus Elise 260 Cup e si collega alle Lotus di Formula 1 John Player Special.

Elisa Artioli Eletre

Delightful driving: i raduni che organizza Elisa Artioli

Come dicevo, adesso nel garage di Elisa ci sono due Lotus: le sue fedeli compagne di avventure. Appassionata di auto, ama guidare sulle belle strade e infatti organizza anche raduni dal nome inconfondibile: “Delightful driving”. Un progetto che, in futuro, vorrebbe sviluppare molto. Nella vita di tutti i giorni non usa le sue Lotus ma gira in Vespa perché non ama il traffico e preferisce i Passi Alpini, specialmente quelli delle Dolomiti, che conosce come le sue tasche. Suo compagno, nella vita e per le strade, è Matthias. Inutile dire che anche lui è appassionato di auto e guida una Porsche.

Elisa racconta che guidare le piace molto e continua a voler migliorare. Qualche tempo fa ha iniziato ad andare in kart e il suo cruccio è che “le donne non vengano iniziate ad andare in auto, cosa che invece capita più frequentemente ai ragazzini, come ad esempio a mio fratello”. Anche per questo organizza e partecipa ai raduni, perché c’è sempre l’occasione di incontrare appassionati come lei con cui scambiare e condividere esperienze di guida e molto altro.

Giovane ed entusiasta, non ha mai vissuto questa eredità come un peso, e anzi le piacerebbe rafforzare la sua collaborazione con Lotus per continuare e rafforzare il legame con la Casa di Hethel.

Elisa Artioli interni Lotus

Inutile dire che mi sono già iscritta al suo gruppo di raduni e non vedo l’ora di partecipare al primo! Di seguito la lettera che ha scritto Elisa quando ha ritirato l’ultima Elise.

La lettera di Elisa

Cara Elise,

Nel 1993, quando sono nata, esistevi solo su un foglio di carta. Ancora nessuno sapeva che eravamo destinate a passare la vita insieme.

Mio nonno ha avuto il suo bel da fare per salvare la Lotus. Per un attimo hai corso il rischio di non nascere mai e mi domando sempre come sarebbe stata la mia vita oggi senza di te.

Per rimettere in piedi la Lotus bisognava rimboccarsi le maniche seguendo una ricetta semplice ma accattivante: mettere su strada una macchina bella e divertente da guidare che potesse riportare il marchio a splendere.

Non so se sia stato il caso o se fosse scritto nel mio destino, perché non solo ero nata allo stesso momento in cui nascevi tu, ma avevo anche il nome che iniziava con la lettera E, come da tradizione di Colin Chapman per i modelli di Lotus. Siccome anche la fortuna ha il suo ruolo, il nonno ha pensato bene di dare il nome della sua prima nipotina a te.

Da quel momento, mi sono trasferita in Inghilterra e venivo spesso in Fabbrica a vedere come stavi crescendo fino a quando è arrivato il momento tanto atteso della presentazione di Francoforte.

Era il 12 Settembre 1995 e attendavamo di essere svelate al mondo perché, fino a quel momento, nessuno ci aveva mai viste, soprattutto, nessuno sapeva che sotto il telo non ci sarebbe stata una persona qualsiasi, ma l’Elisa di 2 anni.

Ero attaccata al tuo volante mostrando orgogliosa la mia maglietta con la scritta “I am Elise” e da lì non volevo più scendere. Mi sentivo nel mio mondo come mi sento oggi, quando sono con te, mi siedo e mi trovo a casa.

Ci sono voluti un po’ di anni per capire che non mi chiamavo veramente Lotus Elise, ma il nostro legame continua a crescere. Avevo solo 4 anni e già ti ammiravo in garage aspettando di poterti guidare.

La prima volta che siamo uscite da quel garage assieme mi tremavano le mani dall’agitazione, erano ormai passati 15 anni durante i quali mi sono immaginata tantissime volte quel momento.

Da quel giorno guidare è diventata la mia passione, guidare con te, lo sottolineo perché nessun’ altra macchina mi regala le stesse emozioni.

Quanti passi di montagna abbiamo percorso assieme, quanti posti abbiamo visto e quante persone abbiamo conosciuto.

Sei unica nel tuo genere e, per non farti più sentire sola quando mi aspetti nel garage, avrai presto una sorellina.

Ho lavorato duramente per realizzare il mio sogno nel cassetto: comprare l’ultima Elise.

Ho imparato dal nonno che dobbiamo riconcorrere i nostri sogni, e questo lo devo a lui.

Cara Elise ti ho accompagnata dall’inizio alla fine, così come farai tu con la mia vita